Canzoni

LA CANZONE DEL CARNEVALE D'IVREA

Anno: 1858

Gruppo:

Testo: Ferdinando Bosio
Musica: Lorenzo Olivieri
Angelo Burbatti

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Una volta, anticamente,
Egli è certo che un Barone
Ci trattava duramente
Con la corda e col bastone;
D'in sull'alto Castellazzo,
Dove avea covile e possa,
Sghignazzando a mo' di pazzo
Ci mangiava e polpa ed ossa.

Ma la figlia d'un mugnaro
Gli ha insegnata la creanza;
Che rapita ad uom più caro
Volea farne la sua ganza;
Ma quell' altra prese impegno
Di trattarlo a tu per tu:
Quello è stato il nostro segno;
E il Castello non c'è più.
E sui ruderi ammucchiali

Sotto Scarli inalberati (1)
Noi veniamo a far la giostra ;
Su quei greppi, tra quei muri
Che alla belva furon tana,
Suonan pifferi e tamburi :
La vittoria popolana.

Non v'è povero quartiere
Che non sfoggi un po' di gale
Che non canti con piacere
La canzon del Carnevale.
Con la Sposa e col Garzone
Che ad Abbà prescelto fu
Va cantando ogni rione :
Il Castello non c'è più.

Note

Nel 1858 in occasione dell’introduzione della figura della Mugnaia nel Carnevale il professor Ferdinando Bosio scrive la Canzone del Carnevale, messa poi in musica dai Maestri Lorenzo Olivieri e Angelo Burbatti.

Note:

(1) Dicono “Scarlo” i popolani di un’antenna rivestita di erica, a cui si appicca il fuoco nella piazza principale d’ogni rione