Canzoni

INNO ATLANTICO

Anno: 1933

Gruppo:

Testo: Gaetano Manera
Musica: G. C. Carignani

Gloria a te, Balbo, condottiero ardente.
Che gli oceani sorvoli e i cieli fendi,
Che d'Euro sfidi l'impeto possente,
E le più perigliose opere imprendi.

Dall'Alpi alla Trinacria, festeggiante
Tutta l'Italia tuona la sua fè,
Gridando al mondo, in tono altosonante:
Viva la Squadra, Mussolini e il Re.


Piovon sul capo tuo plausi ed allori,
Come sul capo dell'ardita schiera;
Fremono, innanzi a voi, gl'itali cuori.
E vi saluta l'itala bandiera.

Dall'Alpi alla Trinacria, festeggiante
Tutta l'Italia tuona la sua fè,
Gridando al mondo, in tono altosonante:
Viva la Squadra, Mussolini e il Re.


Non eravate, no, soli a volare
Pel deserto dell'etere profondo,
Che vi vollero ovunque accompagnare'
Il cor d'Italia e lo stupor del mondo.

Dall'Alpi alla Trinacria, festeggiante
Tutta l'Italia tuona la sua fè,
Gridando al mondo, in tono altosonante:
Viva la Squadra, Mussolini e il Re.


L'Arco di Costantin, romana gloria,
V'apri il passaggio fra gli applausi intendi.
E tributò gli onori alla vittoria,
Che riportaste lì. pei cieli immensi.

Dall'Alpi alla Trinacria, festeggiante
Tutta l'Italia tuona la sua fè,
Gridando al mondo, in tono altosonante:
Viva la Squadra, Mussolini e il Re.
CANTICO LETTERARIO

Completo è l'eroismo; il mondo ammira,
Con attonito sguardo, i sommi eroi,
E d'orgoglio l'Italia oggi sospira,
ensando a Balbo ed ai seguace suoi.

Da sotterra si leva un plauso in coro.
E cento braccia tendonsi frementi
Verso gl'invitti eroi cinti d'alloro,
D'itala gloria tutti rifulgenti.

È il plauso degli eroi di Roma antica,
Che, risorti, salutano i fratelli,
Quei, che, dopo cotanta ardua fatica,
S'affermano sublimi eroi novelli.

Gloria a te, Balbo, condottiero ardente.
Che gli oceani sorvoli e i cieli fendi.
Che d'Euro sfidi l'impeto possente.
E le più perigliose opere imprendi.

Piovon sul capo tuo plausi ed allori.
Come sul capo dell'ardita schiera;
Fremono, innanzi a voi, gl'itali cuori.
E vi saluta l'itala bandiera,

Fu amore e passione del cimento,
Fu impulso alla palestra d'eroismo.
Che vi spinse a volar pel. Firmamento.
Dove le ali sue spinge il Fascismo.

Non eravate, no, soli a volare
Pel deserto dell'etere profondo,
Che vi vollero ovunque accompagnare
Il cor d'Italia e lo stupor, del mondo.

L'Arco di Costantin, romana gloria,
V'apri il passaggio fra gli applausi intensi.
E tributò gli onori alla vittoria,
Che riportaste li, pei cieli immensi.

Della mamma, dei figli e della sposa
Tanti di voi sentir battere il core,
Quando, petto con petto, un'ansiosa,
Dolce ad essi vi unì scena d'amore.

L'italia scriverà pagine d'oro
Pei suoi figliuoli, che l'onoran tanto,
E molti seguirán l'esempio loro,
Che l'amor della gloria è amore santo.

A chi l'eccelso onore originario
Di tanta impresa, che l'Italia abbella,
E d'aver dato un posto alto, primario
Alla così splendente itala Stella?

Fu il genio tuo, Benito Mussolini,
Che l'Italia mondasti della scoria,
E la guidi ai più nobili destini.
Di cui s'occuperà tanto la storia.

Chi ti mandò tra noi, mago esemplare,
A governar le sorti d'una gente,
Che degli eventi il tempestoso mare
Stava per rigettar grama e dolente?

Opera umana non fu. Né fu per caso;
Tra noi venisti per divin desio:
La Patria nostra già volgea all'occaso.
Ed a salvaría t'ha mandato Dio!

Tra te e Gesù non molta è la distanza
Ei preparò la via all'Eternità,
Mentre tu, con fatidica costanza,
Prepari a noi la più felice età.

Dall'Alpi alla Trinacria, festeggiante
Tutta l'Italia tuona la sua fè,
Gridando al mondo, in tono altosonante:
Viva la Squadra, Mussolini e il Re.