Canzoni

STORNELLATA ROMANESCA

Anno:

Gruppo:

Testo: (Anonimo)
Musica: (Anonimo)

Menu


Er genio le combina l'invenzione
de fa sarta co tubi li paletti.
Consuma gelatina a profusione
e poi te l'arritrovi, lì perfetti:
s'avvicina con la miccia
e poi lesto se la spiccia:
mondo stoppino
chi resta buggerato iè ed fantaccino.


Cadorna dice che per avanzare
ce vole er foco dell'artiglieria,
la quale deve prima preparare
l'assalto, che fa poi la fanteria.
Ma ar momento dell'azione
te puliscono er cannone,
o cor sestante
te vanno a cerca er punto sur quadrante.


La sussistenza è l'arma preferita
da tutti quei che vojono la guerra,
te danno pane e pasta inacidita,
te fanno senza paja dormì in terra.
A lor mensa se scialacqua
mentre ai artri manca l'acqua;
sta brava gente
te chiede er cambio, perché combattente!


Se sa che ci ha le piume er bersagliere
per fare sul nemico più impressione,
è sempre primo fra le nostre schiere
per conquista qualunque posizione.
Su le vette der Cadore,
arrivò dopo quattr'ore,
dovunque vada
te pija sempre per un'altra strada!


L'arpino è veramente coraggioso,
nun ci ha paura de pijà le busse,
te va sur monte più pericoloso
correndo come quasi nulla fosse.
Te conquista er « Cavallino »
poi Lo pianta ar su destino,
quindi se scusa
dicendo ch'er cavallo qua non s'usa.


La sanità è quell'arma del modello
per appresta le cure alLi sordati,
perché quelli scampati dar macello
benché feriti, vengano scannati.
Fan lavoro coraggioso
che je manca anco er riposo,
ma tante vorte
invece da sarvà, te da la morte.


La fanteria, siccome ognun l'apprezzi,
lo poi vedè da quello che je' accade
l'artiglieria je fa traina li pezzi,
er genio je fa fa puro le strade;
ma vedrai che andando avanti
se userem gas asfissianti
nò ave’ timore,
vorran la fanteria a fa l'odore.


Se visiti un cucuzzo de montagna
je trovi co' l'arpin la fanteria,
l'arpino beve er doppio, er doppio magna,
ed fante co' tre fichi tira via;
ma fenita ch'e l'azione
nastri, encomi, promozione
sur bollettino,
chi ha fallo tulto quanto è er bravo arpino.


La croce rossa è l’armata sì ospitale
che i fii de papà ie fan l’occhietto
te pija in sull’istante tale e quale
cor solo documento der spaghetto.
Pe’ sto fatto, all’ambulanza,
trovi un frego d’abbondanza,
te fa piacere,
vedelli in quattro o cinque a fa’ un clistere


Quell'arma ch'è a cavallo e porta gli speroni
cavalleria fin qui venne chiamata,
ma stanno in retrovia i suoi squadroni,
speriamo che al fronte sia mandata.
Poi avverrà come in passato,
cavaliere ch'è appiedato
senza cavalli.
per non annà diranno d'ave' i calli!


Ma per fortuna lo Stato Maggiore
vede le cose giuste e le sbajate
e pe' mette riparo ad ogni errore
più grosse te combina le frittate.
Pija in mano co' li guanti
« Riservata Personale »,
pe' fasse avanti
te frega er colonnello e er generale.


Se voi sapè chi è... er più mejore
de tutti li sordati, è er vecchio fante,
sur Carso, sur Trentino e sur Cadore
n'ha fatte delle azioni chissà quante.
Te sa fa certe avanzate
sulle vette trincerate
e quanno è in cima
non torna no, d'un passo, ond'era prima!


C’è stanno pure l'automobilisti
che fan la guerra senza petulanza
e che pe' tirasse for dai casi tristi
lontano dar cannon tengono stanza.
Ma se arivano per sorte
verso dove c'è la morte,
non ce pensate
saran le gomme subito sgonfiate.


Quell'arma ch'è a cavallo e ci ha li sproni
cavalleria fin qui venne chiamata
se fino ad ora se grattò i cojoni
speriamo che ar più presto sia appiedata.
Questa cosa farà bella,
l'arma de la caramella,
ma tu ce credi?
Vedrai che je faranno male ai piedi.


Fu la cavalleria ben calunniata
col dir che non è un'arma combattente,
da noi invece ben s'è comportata
e spesso con ('no) slancio sorprendente !
Sempre baldi arditi e fieri
sono i prodi cavalleggeri.
Nel mio maglione
ce n'ho trovato almeno uno squadrone!


Di melma, mosche e sudiciume è pieno
il villaggio di ...... ora italiano.
C'è la stazione ma ci manca il treno
per cui s'aspetta la partenza invano.
Tutti ci dicono attendete
perché presto cambierete.
Ma in questa valle
ce danno er cambio le nemiche palle.


A un sorcio vecchio, un sorcio regazzino
diceva : in sta guerra se guadagna,
er gatto, er mostro perfido aguzzino
cià de bada che l'orno 'n se lo magna.
Er vecchione je rispose :
l'avvenir è senza rose
perché se è vero
ch'er gatto non c'è più, c'è er prigioniero.


E quanno sona l'ora dell'appello,
s'annamo a mette in fila tutt'intorno.
Prima se fa er controllo a ogni drappello
e poi se legge l'ordine der giorno.
L'Ecla poi fa l'addizione,
è finita la funzione.
Li comandanti
fanno tre riverenze a tutti quanti.


Drent'a sto campo semo radunati
trecentocinquantuno prigionieri,
ce so' studenti, preti ed avvocati,
dottori, professori ed ingegneri.
Ce so' artisti e musicanti,
micragnosi e benestanti,
tutta sta gente
va 'n cerca de magna e non trova gnente.


La purce e er pidocchio l'antro ieri
dicevano in cantina all'esercente :
noi che succhiamo er sangue ai prigionieri
ciavemo d'aiuta scambievolmente.
Pe' aiutalli er negoziante
provveduto a sull'istante.
Oggi in cantina
non trovi più a compra la naftalina.


Dar primo giorno che semo arrivati
quarcuno a già pensato all'evasione,
però secondo me se so' sbajati
ch'er tedesco non è tanto fregnone.
Tutt'intorno li confini
sta la rete con l'uncini,
se passi quella
caschi sur chiodo della sentinella.


Appen'organizzato er teatrino
se compilò l'elenco dell'artisti.
C'è er brillante, er dicitore fino,
er buffo ed antri numeri mai visti.
Fatta poi la selezione,
mamma mia che delusione!
St'artisti rari,
antro non so' che un branco de somari.


E niente pacchi manco stamattina;
dicevano avviliti due tenenti;
rispose un capitano de marina,
li pacchi so' come li bastimenti.
Ogni barca, 'gni trasporto
va a finì sempre ner porto;
ar portoghese
arrivano trecento pacchi ar mese.


Ner pacco c'era scritto su l'avviso:
ce dovr'ebbe esse un chilo de farina,
du chili de castagne, uno de riso,
quattro salami, tonno e saccarina.
Quann'er pacco m'ànno dato
ecco quello ch'ò trovato:
roba da piagne,
la carta der salame e tre castagne.

Note

Stornelli composti sulla melodia (formata da cinque endecasillabi due ottonari e un quinario in rima metà alternata e metà baciata) composta nei primi del '900 dal "Sor Capanna", al secolo Pietro Capanna (1865-1921) cantastorie romano.

Canto nato nelle trincee variava a seconda di chi lo cantava e non c'è un varsione, per così dire, ufficiale e l'ordine delle strofe riportato è puramente indicativo. Le strofe dalla 1 alla 16 sono state composte nelle trincee, mentre quelle dalla 17 alla 24 sono state composte in un campo di prigionia.



VARIANTI:



XII.a

Te s'affaccia ar davanzare / de le vette trincerate / e quando è in cima / con un sol passo torna dov'era prima!