Canzoni

Il decalogo del Fante

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Testo: Carlo Delcroix

Sono queste le tavole della legge che i profeti della sventura rinvennero sul monte sacro in muto colloquio con la morte : ieri le bandimmo al popolo dalla città santa nel nome della guerra : oggi le consegnarne al mondo dalla città eterna nel nome della Vittona.

Onora Iddio m te stesso e ama l'umanità nella Patria.

Non sacrificare i prossimi ai remoti perché il sangue è una verità più calda del sudore e più stretta del pianto.

Non immolare l'uno alla moltitudine perché il pensiero è la prima verità e la massima forza e l'umanità è nell'uomo, non l'uomo nella umanità.

Non nominare il nome della Patria invano perché essa è un'idea che vuole essere servita in umiltà e amata in silenzio.

Se ami la Patria che è l'idea, rispetta il popolo che è la .sua incarnazione pensando che esso non cade se non per risorgere e ogni sua rovina è un trionfo e ogni sua caduta una resurrezione.

Non imprecare alle percosse della sorte perché la folgore si abbatte sulle cime e il male è piuttosto provvidenza che sventura, è privilegio piuttosto che maledizione.

Non servire con speranza di mercede affinché ogni tua offerta non diventi baratto e ogni tuo dono non si muti m usura.

Non invitare il prossimo a donare se prima non avrai tu stesso donato perché alla scuola del sacrificio l'unica lezione è l'esempio.

La Patria è in tutti noi ma nessuno di noi è la Patria e chiunque sostituisce o sovrappone sé stesso alla idea si macchia di sacrilegio e si copre di infamia.

Il dovere sia la tua legge e la fede la tua forza e la coscienza il tuo premio; il tuo cammino sia nella vita e la tua mèta oltre.