Canzoni

DIOGENE

Anno: 1978

Gruppo: NEREO ZEPER

Testo e musica: Nereo Zeper

Cammina, cammina son giunto alla fine.
Son Diogene, il vecchio, ho la lampada in mano.
Il mondo ho girato in cerca dell’uomo
modello di ingegno e di dignità,
modello di ingegno e di dignità.

Tre pulci ho nel sacco ed un asino appresso,
un porco ho raccolto e una vipera ho al collo,
mi seguon trottando un’oca ed un pollo:
è quel che ho raccolto dell’umanità,
è quel che ho raccolto dell’umanità.

Un cane ho lasciato lungo la strada
che troppo fedele sembrava e sincero,
così differente dall’uomo vero
da render palese la bestialità,
da render palese la bestialità.

Vivendo al di dentro di questa mia botte
di crude e di cotte ne vedo ogni dì:
il folle che piange, il saggio che impazza,
il vile che ammazza, l’eroe che non c’è.

E cerca e ricerca per monti e per valli
fra i tanti veduti distingui e setaccia,
sinché finalmente trovo una faccia
in tutto e per tutto di uomo da ben,
in tutto e per tutto di uomo da ben.

E’ un tipo davvero di poche parole,
sul capo infilato ha un nero cappuccio
e ben affilata ha dentro l’astuccio
la scure che usa pel proprio mestier,
la scure che usa pel proprio mestier.

Mi ha detto: “Son medico in fondo pur io,
dei mali di testa vi libero tosto".
Io dentro la botte ho fatto del posto
stiam stretti ma in fondo stiam bene così,
stiam stretti ma in fondo stiam bene così.

La lampada ho spento, si è fatto già notte:
di crude e di cotte non ne vedo più.
Trovato ho già il tipo che al momento giusto
con tanto di gusto farà il suo dover.
Trovato ho già il tipo che al momento giusto
con tanto di gusto farà il suo dover.