Canzoni

INNO AL CADORE

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Gruppo:

Testo: Natale Talamini
Musica: (Anonimo)

Sorgi alfine o patria mia,
Il tuo grido il cielo udì,
Sorgi grande come pria
Vola incontro al nuovo dì.
Sorgi alfine o patria mia,
Il tuo grido il cielo udì,
Sorgi grande come pria
Vola incontro al nuovo dì.
Là sul vertice d’Antella
Là del Pelmo sul ciglion
La bandiera la più bella
Pianteremo dell’union.
Nell’union vi brilla Iddio
Nell’union vi brilla amor
Nell’unione il popol mio
Troverà la forza ancor.
Infelice chi spartita
Vuol l’antica eredità
Per disperdere la vita
Per distrugger l’unità.

La bandiera dell’union
La bandiera dell’union
Infelice chi fa guerra
E divide il suo fratel!
Una patria sulla terra
Più non merita né in ciel
O fanciulle dal bel ciglio,
Dite al traditor:
Tu d’Italia non sei figlio
Non sei figlio del Cador
Non è figlio del Cador
No no non è No del Cador
Tu d’Italia non sei figlio
Non sei figlio del Cador
Chi non ama il suo fratello
non è degno dell’amor
Ad un vile ad un rubello
non donate il vostro cuor
non diamo il nostro cor.

Alto lò! Alto là!
Il sangue de padri sia sangue di noi
Non sangue di vili, ma sangue d’eroi;
E il sacro retaggio di lauri novelli
Sia pegno alla terra del grande Vecelli
Ce l’hanno lasciato qual nodo fraterno.
Perché la mia patria vivesse in eterno.
Ce l’hanno lasciata per farla fiorir,
Non già che ad ingrati dovesse servir.
Da Pelmo a Peralba l’unione è giurata:
Son tutti fratelli, son tutti d’un cor
I figli animosi del nostro Cador,
Non più trafficati da deposti e schiavi
Ma liberi figli dei nostri grand’avi.
Un sole nel cielo, in terra un amor,
Da Pelmo a Peralba un solo Cador.

Scuote il capo e già si desta
Il Tiziano dell’avel!
E solleva al ciel la testa
Salutando il di novel.
Vedo alfin la patria unita
In un vincolo d’amor
Egli parla!
E a nuova vita
Si ridesta il mio Cador
Era spento il popol mio
Era spento io pur io pur così;
Ei risorge! e insieme anch’io.

Or risorgo in questo di
Un sole ne cielo,
In terra un amor,
Da Pelmo a Peralba un solo Cador
un solo Cador
un solo Cador.

Note

Scritto nel 1875 dal prof. Don Natale Talamini è stato musicato, dopo la sua morte (1876), da un cadorino