Canzoni

PICCOLA STORIA IGNOBILE

Anno: 1977

Gruppo: FRANCESCO GUCCINI

Testo e musica: Francesco Guccini

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Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare,
così solita e banale come tante,
che non merita nemmeno due colonne su un giornale,
o una musica o parole un po' rimate.
Che non merita nemmeno l'attenzione della gente;
quante cose più importanti hanno da fare !
Se tu te la sei voluta, a loro non importa niente,
te l'avevan detto che finivi male.

Ma se tuo padre sapesse quale è stata la tua colpa
rimarrebbe sopraffatto dal dolore.
Uno che poteva dire « Guardo tutti a testa alta »
immaginasse appena il disonore.
Lui che quando tu sei nata mise via quella bottiglia
per aprirla il giorno del tuo matrimonio.
Ti sognava laureata, era fiero di sua figlia;
se solo immaginasse la vergogna.

E pensare a quel che ha fatto per la tua educazione:
buone scuole, e poca e giusta compagnia,
allevata nei valori di famiglia e religione,
di ubbidienza, castità e di cortesia;
dimmi allora quel che hai fatto, chi te l'ha mai messo in testa?
E dimmi dove e quando l'hai imparato?
Che non hai mai visto in casa una cosa men che onesta
e di certe cose non si è mai parlato.

E tua madre, che da madre qualche cosa l'ha intuita
e sa leggere, da madre, ogni tuo sguardo;
devi chiederle perdono, dire che ti sei pentita
che hai capito, e che disprezzi quel tuo sbaglio.
Però come farai a dirle che nessuno ti ha costretta,
o dirle che provavi anche piacere;
questo non potrà capirlo, perché lei da donna onesta
l'ha fatto quasi sempre per dovere.

E di lui non dire male, sei anche stata fortunata,
in questi casi, sai lo fanno in molti.
Si, lo so, quando lo hai detto, come si usa ti ha lasciata
ma ti ha trovato l'indirizzo e i soldi.
Poi ha ragione, non potevi dimostrare che era suo
e poi non sei neanche minorenne
ed allora questo sbaglio è stato proprio tutto tuo,
noi non siamo perseguibili per legge.

E così ti sei trovata come a un tavolo di marmo
desiderando quasi di morire.
Presa come un animale macellato, stavi urlando,
ma quasi l'urlo non sapeva uscire.
E così ti sei trovata fra paure e fra rimorsi,
davvero sola, fra le mani altrui.
Che pensavi nel sentire nella carne tua quei morsi
di tuo padre, di tua madre e anche di lui?

Ma che piccola storia ignobile sei venuta a raccontarmi,
non vedo proprio cosa posso fare.
Dirti qualche frase usata per provare a consolarti,
o dirti è fatta, ormai non ci pensare.
E' una cosa che non serve a una canzone di successo,
non vale due colonne su un giornale;
se tu te la sei voluta cosa vuoi mai farci adesso,
e i politici han ben altro a cui pensare.