Canzoni

A PAOLO

Anno: 1995

Gruppo: DARIO BRESSAN

Testo e musica: Dario Bressan |

Una vita interrotta un sogno finito
una giacca strappata per un amore non capito
una piazza e una torcia che brucia lentamente
tante storie tanti ricordi nella mia mente
e l'immagine di un manifesto tra le mani
e di chi lascia con me nel cuore ideali sani.

Pensare che potevi esserci tu in quella via
e che quella vita rubata poteva essere la tua.

Quanti pensieri quanti dubbi quanta rabbia
per quegli anni dispersi nella sabbia
e così ritrovarsi insieme a creare
quella unione vita-morte che non può finire
ricordare quell'amico in maniera tradizionale
proprio come tu al suo posto avresti voluto vedere.

Senza vergogna senza paura senza condizioni
da parte di chi vuole nascondere le tue emozioni.

E capire che a tutto c'è un limite
soprattutto quando si parla di persone e delle loro vite
che ci sono cose su cui non scherzare
che ci sono cose che vale la pena di ricordare
e non utilizzare una vita per rendersi credibili alla gente
ma bensì per riaprire quel legame con la tua mente.

La politica nella vita è molto importante
ma il rispetto e la coerenza lo sono principalmente.

Note

La sera del 2 febbraio 1983, durante l’affissione di manifesti - per la raccolta firme che avrebbe dovuto tenersi l’indomani per l’esproprio di Villa Chigi - un po’ dopo la mezzanotte, mentre si accingeva ad affiggere manifesti su un cartellone, situato su uno spartitraffico di Piazza Gondar, di fronte a dove era situata la fermata Atac del 38, Paolo di Nella, militante del Fronte della Gioventu’ di Roma, venne aggredito alle spalle da due compagni che, dopo averlo colpito alla testa fuggirono per Via Lago Tana. Paolo, ancora stordito per il colpo, si diresse alla macchina, da dove la ragazza che lo accompagnava aveva assistito impotente a tutta la scena.
Dopo essersi sciacquato ad una fontanella la ferita, ancora abbondantemente sanguinante, Paolo riportò in sede i manifesti e il secchio di colla. Verso l'1.30, rientrò a casa. I genitori lo sentirono lavarsi i capelli, muoversi inquieto e lamentarsi. Lo soccorsero chiamando un'ambulanza, che però arrivò quando ormai Paolo era già in coma. Solo nella tarda mattinata del giorno dopo, il 3 febbraio (tardi, maledettamente tardi per uno nelle sue condizioni), Paolo venne operato, e gli vennero asportati due ematomi e un tratto di cranio frantumato.
La sera del 9 febbraio, dopo 7 giorni di coma, la solitaria lotta di Paolo contro la morte giunge al termine: alle 20.05 muore.
Un giglio bianco infilato nella fettuccia, omaggio di un’infermiera che aveva saputo che proprio quel giorno Paolo avrebbe compiuto vent’anni, sigilla un’immagine di purezza.