Canzoni

EPITAFFIO

Anno: 1980

Gruppo: FABRIZIO MARZI

Autori: Fabrizio Marzi | Walter Jeder

Ha avuto il manifesto
ha avuto il baldacchino
onori ad una vita
di onesto cittadino.
La forma consacrata
per l' onesta schifosa
che costa sempre poco
e vale in ogni cosa.
e t' evita le grane
e culla le paure
vicini o principale
i preti o la questura.
E' morto senza grane
anche col Padre Eterno
con tutti i sacramenti
timore dell' inferno.
Quand' era giovinetto
non ruppe mai lampioni
non ruppe pregiudizi
nè mai mostrò i coglioni.
La libertà è una cosa
lontano di portata
è chiusa sotto chiave
come la marmellata.
A scuola era mediocre
perché studiava poco
strappava sufficienze
ma non per gara o giuoco
congenito ruffiano
credeva veramente
alle idiozie dei profe
tutori della mente.
Come ignorante autentico
aveva per la scienza
un vero fanatismo
da psico-dipendenza
Poi venne pubertà
un fremito di sesso,
la cosa più notevole
da togliersi nel cesso.
ai luoghi solitari
seguì la grande svolta
perché trovò una donna
fu cosa sua 'stavolta .
E si scoprì romantico
poeta decadente,
sembrò persino d' essersi
scoperto intelligente.
La nuvoletta rosa
il tempo ha già fugato
il nostro cerca un posto
un posto da impiegato
ed ora che produce
è tempo di sposare
ed ora che ha l' anello
è tempo di figliare.
Coi bimbi un po' cresciuti
domenica va a spasso,
un gelatino al corso
la moglie sotto braccio.
che nervi quei ragazzi
non stanno fermi mai
domani è un altro giorno
'stasera me la dai...
Ma per fortuna è un saggio
detesta gli estremismi,
idee conservatrici
severe con gli artisti.
Parlando di cultura
là nel salotto buono
diceva : "Io amo i classici
il jazz è solo frastuono"
Infatti lo invitarono
a un concerto wagneriano,
lo vinse il sonno subito
il sonno del profano.
ma il sonno fu il suo segno
il sonno della vita,
la noia non fa male
non lascia una ferita.
E i giorni e gli anni corrono
e tutto s' assomiglia
i luoghi, le abitudini
i riti di famiglia.
ma gli anni inacidiscono
l' unione si fa lagna,
lui la trasmise ai figli
guastò la sua compagna.
Adesso che è scomparso
nessuno se n’è accorto,
nessuno al mondo piange
uno che è solo morto.
Ma noi siamo informati
per noi non c è mistero
e siamo corsi a ridere
fin dentro al cimitero.
abbiam bevuto alcoolici
abbiam cantato forte,
abbiamo fatto festa
ai piedi della morte.
Ubriachi e solenni
abbiamo poi giurato
di non finire al modo
del nostro disgraziato.
Nessuno o tutti quanti
ci serva di lezione
di non lasciare i sogni
vivendo da coglione.
i sogni fanno giovani
le idee fan libertà,
più forti del buon senso
ricchezza o povertà.
E poi cala il sipario
per uno, cento, mille:
fuggite l' epitaffio
che onora un imbecille.
E poi cala il sipario
per uno, cento, mille:
fuggite l' epitaffio
che onora un imbecille.

Note

L'inedito preferito dell'autore. Uno, nessuno e centomila. Forse un destino comune per tutti, quello di vivere una vita che credevamo unica, originale, nostra ed è solo, squallidamente inutile.
In questo testo lucido ed avvelenato, tratto da un volantino "anarco-fascista" un messaggio di speranza: non lasciate appassire i vostri sogni. Alla fine vi resterebbe solo l'onore di un epitaffio: onesto e imbecille.