Canzoni

AUTOMITO

Anno: 1998

Gruppo: SOTTO FASCIA SEMPLICE

Testo e musica: Sotto Fascia Semplice |

Katanga mi c'hanno chiamato a Bologna,
durante le ore di una trasferta in pullman,
le ore di canti, di grida,di inni di sezione,
il grande raduno, i saluti romani
davanti alla stazione!

Katanga quando stavamo
schierati sulla piazza,
e tra noi e i pelosi urlanti
c'era soltanto una nebbia fitta di celerini
molto scontenti, armati fino ai denti,
con facce gonfie e sederi cadenti
e sguardi incazzati e prepotenti!

Katanga ma che nome di battaglia!
Me l'ha messo il mio allora
segretario di sezione!
Portava al collo la runa della paglia!
E il suono del suo nome
preoccupava mio padre
e mio padre raramente sbaglia!

Katanga e la runa sul bomber
quando ci siamo messi le scarpe grosse
e quando qualche cazzone come anche me
si schiazzava i jeans con la varechina
e si calava le bretelle rosse!

Katanga come Intolleranza
come i concerti conditi di cellulari
e di grande bordellone a oltranza!
E sulle fanzine vedevo Katanga
Scritto, sotto la foto di uno,
sudato e ubriaco che poi ero io!

Convinto di suonare il basso
da Dio e pensavo porco io
ma che nome che mi hanno dato!

Katanga col cappa come Capranica
e che grande bordello infinito
il rissone con porte e finestre rotte
che casino è scoppiato!
E allora Katanga l'ho visto
stampato nero su bianco,
prima sul giornale e poi ancora impresso,
ben impresso, sottolineato negli atti del processo
ed era meglio se quel nome sfigato
non me l'avessero mai dato
perché è stato davvero complicato
spiegarne il senso!

Katanga come il calcio in culo in galera
e come cella di infermeria senza infermiera
dove tra vittime sparate da polizia
ho incontrato un uomo distrutto
il cui futuro è stato ancora più brutto del passato
perché correntemente accusato
di aver massacrato i suoi figli!
Ma dice che non è così che è andata
e io gli credo perché è il primo
che mi ha dato da fumare
quando mi si è chiusa la porta dietro!

Katanga come Cristo, come cazzo,
porca puttana quanto non sopporto
la vita grama che mi dovrei subire
se dovessi vivere una vita vana!
E poi non è passato così tanto tempo
che quando ripetono il mio nome col cappa
mi pare di sentire tintinnare l'argento
sotto la stoffa della cravatta!

E quando suonano le rune d'argento
e quando si parla di Vento e di Steppa
mi rendo conto di quanto sono contento
del mio nome che si scrive col cappa!