Rassegna Stampa

Semplicemente rock

Testata: SECOLO D'ITALIA

Data:19 luglio 1995
Autore: Federico Gennaccari
Tipologia: Generico

Locazione in archivio

Stato:Smontato originale
Locazione: ASMA,RS2-0008,3

Torna alla Rassegna Stampa
Semplicemente rock.. Un genere musicale che appartiene ai giovani.
Ha suscitato le solite ed accese polemiche l'inchiesta di un settimanale sulla musica. Ma più che sull'etichetta il dibattito certe sull'egemonia che da sinistra si esercita sul mondo delle sette note. Altro che libertà: chi non s'allinea non canta. E nelle riviste specializzate la "par condicio" è solo una pia illusione.

Se il rock è sinonimo di libertà, gli si può mettere un’etichetta di destra o di sinistra? E’ questo l’interrogativo cui bisogna dare la risposta dopo le polemiche sollevatesi in merito all’articolo di Carlo Climati “Si scrive rock e si suona in rosso” pubblicato su ‘Italia settimanale, che affronta il tema dalla par condicio nelle riviste musicali da Mucchio Selvaggio a Rumore da Metal Schock a Musica, l’inserto settimanale di Repubblica chiaramente squilibrate a sinistra. Infatti la risposta più intelligente è stata quello di Roberto Giallo, critico de l’Unità e collaboratore di Mucchio selvaggio che dopo aver insultato Climati, si è dimenticato della lezione del suo direttore Veltroni sul fatto che non si possono scegliere i propri avversari tra gli ottusi e gli ignoranti della situazione musicale, ha osservato “Mi chiedo cosa aspetti la destra a farsi le sue riviste musicali invece di arrabbiarsi perché le altre sono di sinistra”.
Parole sante alle quali si è aggiunta Caterina Caselli che ha pure auspicato la nascita di tali riviste, finora sempre fallita per problemi finanziari. Tra le altre reazioni il più sincero è stato Massimo Bassoli di metal shock che dopo aver fatto presente come i metallari hanno sempre preferito posizioni di destra ha rilevato “E’ vero quello che afferma Climati, l’intellighentia italiana è fatta soprattutto dalla sinistra ed è ovvio che un giornale risenta di questa situazione” Più politiche le risposte di Claudio Sorge, direttore di Rumore, il rock in Italia è sempre stato identificato come una cultura della sinistra e di Enrico Assante, curatore di Musica che scrive “Gran parte della cultura rock è stata vicina alla cultura progressista. Nel nostro giornale non siamo schierati. La verità è che non ci sono stati fenomeni rilevanti nella cultura rock di destra, se ce ne fossero troverebbero spazio dalle nostre parti. La musica rock è progressista non è conservatrice, ha connaturato il senso di libertà; e fino a poco tempo fa la libertà non faceva parte del vocabolario delle destre” A conferma di questa tesi Assante, ha poi scritto sul quotidiano di Scalfari un corsivo intitolato “Ma è la destra a non amare la musica rock” titolo che rappresenta una vera e propria bestialità in quanto l’unico accenno che viene fatto alla destra che non ama il rock è all’America ma si dimentica che una delle principali paladine delle battaglie ‘per censurare dischi e concerti è la moglie di Al Gore, il vice di Clinton che certamente non è né repubblicano né di destra. Ma evidentemente, i giornali di Repubblica si dimenticano questi piccoli particolari scomodi. Per il resto Assante ribadisce l’asse rock-sinistra scrivendo che la storia del rock è legata a doppio filo alle battaglie dei movimenti studenteschi e giovanili degli anni Settanta alla protesta contro la guerra del Vietnam, alle battaglie contro il razzismo e in tempi recenti contro il nucleare. E’ una storia di canzoni di libertà che hanno raccontato il mondo in una maniera certamente diversa, antagonista, alternativa. Ed in Italia in particolare il rock è sempre stato musica di minoranza, di opposizione che non ha mai trovato lo spazio nella cultura ufficiale del nostro paese.. Gran parte della musica giovanile non esprime contenuti particolarmente vicini agli esponenti di destra” Appurato che il rock è libertà chi sostiene che il rock è di sinistra deve poi dimostrare che la libertà è di sinistra e che allo tesso tempo la destra non conosceva la parola libertà. Un’impresa decisamente ardua diciamo pure impossibile, a meno che non si voglia procedere per luoghi comuni. Infatti per chi scrive il rock non è né di destra né di sinistra, anche se esiste un rock militante sia di destra che di sinistra. Come definire altrimenti la musica politica? Però non è tutta musica politica, vi sono artisti che non possono essere accostati ai gruppi militanti e compongono canzoni che piacciono sia a destra che a sinistra. Rock uguale a canzoni di libertà. E la parola libertà non ce en voglia Assante nel suo significato più vero era estranea alla sinistra. Si credeva nella libertà della Cambogia, del Vietnam, della Cina, dell’Unione Sovietica, di Cuba (libertà in cui qualcuno crede ancora) Paesi dove davvero non c’era libertà poiché la libertà del comunismo non corrisponde alla libertà dove tutti sono liberi di poter esprimere le proprie opinioni senza per questo subire la prigione, pressioni o discriminazioni. E la libertà di chi ora si riconosce pienamente in Tutto sbagliato, baby, la canzone di Edoardo ed Eugenio bennato, sul crollo del comunismo, dei suoi slogan, delle parole d’ordine, che hanno attirato migliaia e migliaia di giovani trovatisi a fare i supporter di chi negava anche le più elementari libertà, i servi ciocchi di chi agiva a senso unico sotto bandiere foraggiate dal Pcus. Libertà è per la sinistra decido io cosa è giusto e guai a chi osa contraddire. Lo si vede in quei settori della cultura in cui c’è ancora un dominio della sinistra. Ad esempio oggi c’è la libertà per un artista di potersi definire di destra, senza per questo essere massacrato? Purtroppo no. Al riguardo riportiamo la faccenda Faletti che ha visto il comico cantautore costretto ad affermare in conferenza stampa di aver votato per i progressisti. Quanta libertà. E quanti anni son dovuti passare prima di ammirare Battisti? Basta leggere le confessioni di un cantautore doc del Pci come Ernesto Bassignano, di Serena Dandini, di De Gregori ecc. E la destra? La libertà non faceva parte del vocabolario della destra come ha scritto Assante? Ma per carità e lo dimostrano le canzoni rock di destra quelle canzoni che Assante forse ignora e che sono sopravvissute al di fuori di ogni circuito, tramandate spesso in registrazioni improvvisate e artigianali. Veramente improvvisate e artigianali. Veramente come scrive Assante canzoni di libertà che hanno raccontato il mondo in una maniera certamente diversa antagonista alternativa, a dimostrazione che il rock è sempre stato musica di minoranza di opposizione.
Parole che sembrano scritte apposta per la musica alternativa, così si chiama la musica militante di destra) e davvero non si può sostenere che gran parte della musica giovanile non esprime contenuti particolarmente vicini agli esponenti della destra, a meno che non si abbia della destra un’idea fatta di vecchi luoghi comuni, di sterili nostalgie di sogni di golpe e inni ai colonnelli greci. Niente da fare.La destra degli anni Settanta amava la libertà amava la vita, poiché in quegli anni si lottava per la sopravvivenza fisica e politica. Erano gli anni di Uccidere un fascista non è reato, delle inchieste per la ricostruzione del partito fascista basate su indizi labili, delle stragi di stato che si trasformavano in persecuzioni vere e proprie. Canzoni di libertà e di vita ma d’altra parte non poteva essere altrimenti per poter affermare il proprio diritto ad esistere e di esprimere le proprie opinioni. Canzoni di libertà, niente odio né violenza come predicato dai 99 Posse in brani come Rigurgito antifascista o S’adda Appiccià, canzoni di anticomunismo. Pensiamo a Praga ’68 degli ZPM con quella frase finale “Non si può vivere senza libertà” ripetuta ad libitum. E poi capolavori come Budapest e Berlino di Leo Valeriano, per non parlare delle canzoni dedicate ai martiri di destra o ai morti per la libertà come Jan Palach o Alain Escofier della Compagnia dell’Anello o nei vari paesi del mondo come Afganistan e Vecchi amici, degli Amici del Vento. Libertà dalle droghe, dal consumismo, dalle mode e da una vita senza valori come in tante canzoni degli Janus, di Fabrizio Marzi, Michele di Fiò e altri. A proposito di Michele ricordiamo Rock che iniziava con questi versi “Ai ragazzi piace il rock e non solo per ballare, uno ascolta va più forte e non la smette di pensare” E allora vogliamo ancora sostenere che il rock è esclusivo della destra o della sinistra? No il rock è di tutti coloro che amano la Libertà con la elle maiuscola


Gruppi citati

COMPAGNIA DELL'ANELLO - FABRIZIO MARZI - LEO VALERIANO - MICHELE DI FIO' - AMICI DEL VENTO - ZPM