Rassegna Stampa

Skoll @ RAIDO - recensione di \

Testata: AZIONE TRADIZIONALE

Data:13 maggio 2012
Autore: Angelo Spaziano
Tipologia: Recensione

Locazione in archivio

Stato:Solo Testo
Locazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Azionetradizionale,Azionetradizionale 2012-05-13

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Dopo la recensione di CantiRibelli.com, pubblichiamo un’altra recensione del concerto di sabato scorso. Prova evidente - se ancora dovesse essercene bisogno! - di una serata ben riuscita e di emozioni sincere. Buona lettura a tutti.
“La notte scende e ci conquista, le stelle come oro nella nottata futurista…”. Con la chitarra, la voce ammaliante, gli occhi grandi e sognanti, il volto reso pallido dalle luci, Federico-Skoll ha iniziato a suonare e a cantare le sue eroiche melodie a metà tra il rock futurista e l’inconfondibile cifra epica. Goglio, alle tastiere, era coadiuvato da un grande Nicolò della Vecchia Sezione. La serata era quella dello scorso 5 maggio, tenutasi nella sede di Raido, sito nel quartiere Africano della capitale, in via Scirè. L’ensemble era circondata da tanti ragazzi e qualche irriducibile: di quelli che non vogliono arrendersi all’anagrafe, a cui il cantante ha dedicato la canzone “Brigitte Bardot”. E di ogni brano ne ha tratto l’acuto commento, che è poi il senso del suo bel libro, “Questo mondo non basta”, edito per i tipi della Ritter. Tanti giovani sono accorsi ad ascoltarlo sabato sera, rinnegando la mitica “febbre”, snobbando il pub, la pizzettata con gli amici, la discoteca, la movida a Campo de’ Fiori. Facce pulite, facce d’un’altra razza, d’un altro mondo, d’un’altra levatura. Raido, ancora una volta, ha centrato alla grande il bersaglio, vantando con legittimo orgoglio il fatto che i partecipanti al concerto erano più di cento. Skoll, nome d’arte dell’immaginifico “vate”, sembrava spaurito, rapito, estatico, trasognante. Forse sta qui il suo successo, nelle parole che sono poesie e che rimandano all’immaginario di un mondo che non conosce, non ha mai conosciuto, la resa al superficiale, al banale, al provvisorio, al mercificato. Un mondo votato alla bellezza: “Rapiscimi, sorprendimi, con tutta la tua poesia, uccidimi e annientami, con la perfetta follia, perché tu sei la bellezza”. In fondo, spiega, Brigitte Bardot - l’eterno femminino fine anni ‘50 e successivi - entra in questo mondo d’idee e di lotta perché, contrariamente ai dettami della pseudocultura imperante, ha - inaudito! - scelto d’invecchiare, di accettare la misura del tempo, di sfidare i canoni e la pretesa del consumismo edonistico e gaudente di preservarci tutti giovani e belli fino… a ingannare il tempo e il buon senso. Ma non certamente il rimbambimento e il ridicolo. E il Sahara infuocato e maledetto dei giovani paracadutisti ad El Alamein, a cui “mancò la fortuna, non il valore”, e l’acciaio della lama che lacera la carne di Mishima, “quest’estetica profonda che non ammette disegni a metà”. E dopo un inno alla Folgore “cuori d’acciaio all’erta, il cielo è una pedana: Folgore, Folgore, alalà…” di Nello Gatta, per un attimo ci siamo trovati a camminare per le strade di Buenos Aires suonando al ritmo di cacerolazos insieme a quelli che “hanno vissuto di certo momenti migliori e visto uomini superiori a quei vigliacchi impostori che mentre il popolo muore giocano a golf vestiti di bianco per l’occasione…”. Per finire, le surreali atmosfere di “Roma LXXVIII E. F.” dei 270 Bis e l’immancabile “Piccolo Attila”, struggente, evocativa melodia in ricordo di Nanni de Angelis. Si, Skoll ci ha regalato una magica serata tutta musica, poesia, birra, vino e cameratismo. Un’emozione forte e duratura. E infine, uscendo all’aperto nella tiepida notte di maggio, quando siamo passati dalle grida di guerra del Bushido ai rumori della città, ci siamo sentiti tutti meno soli. Più liberi e più felici…
Angelo Spaziano


(http://www.azionetradizionale.com/2012/05/13/skoll-raido-recensione-di-angelo-spaziano/)


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