Rassegna Stampa

Compagnia dell'Anello la voglia di cantare e di ridere

Testata: SECOLO D'ITALIA

Data:2 luglio 1989
Autore: C. Scoyni e G. Alibrandi
Tipologia: Specifico

Locazione in archivio

Stato:Smontato originale
Locazione: ASMA,RS2-0006,4

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Ripercorriamo la stagione della musica alternativa attraverso l’esperienza di uno dei gruppi storici espressi dal mondo giovanile di destra negli anni Settanta. Un originale tentativo per affermare attraverso la musica una cultura e una visione del mondo.
Compagnia dell’Anello la voglia di cantare e di ridere

Veleggiamo verso la festa di settembre del FdG che dovrebbe avere dalle ultime notizie un interessante carnet di protagonisti in campo musicale. Un grosso nome della musica italiana, diversi partecipanti alla sezione “musica celtico tradizionale” e la partecipazione di due gruppi storici, gli ZPM e la Compagnia dell’Anello per la serata dedicata alla musica alternativa. Soprattutto di questi ultimi vogliamo ripercorrere la storia e il significato per i più giovani ee per chi non li ha mai conosciuti o ascoltati.

Nel novembre 1973 cinque amici, Roberto Meconcelli, Loris Lombroni, Mario Bortoluzzi, Fabio Ragno e Gigi Toso, tutti militanti del FdG e del FUAN patavini, decidono di mettere insieme fantasia e chitarre. Nasce così il Gruppo Padovano di Protesta Nazionale che comincia a girare l’Italia del nord per portare ad un ambiente umano e politico perennemente assediato dall’esterno, il piacere e il conforto di una canzone come speranza a resistere a quegli anni di porfido in cui sembrava, ed era così, che tutto e tutti fossero conto la destra: E purtroppo arrivarono tragicamente per Padova gli anni di piombo: furono gli anni dell’assassinio di Mazzola e Giralucci da parte delle BR e il gruppo ricorda quella tragica esperienza con la prima canzone scritta insieme “Padova 17 giugno 1974” (Toso Bortoluzzi) contemporaneamente escono “La foiba di San Giuliano” (Bortoluzzi) “La ballata del Nero” (Lombroni) “Jan Palach” (Ragno), “Storia di una SS” (Toso) e “Corri fratello” (Toso/Bortoluzzi). Nel 1976 si scatena a Padova la repressione contro la Destra. Decine di perquisizioni e gli arresti fra la comunità studentesca padovana. E’ un periodo dal quale qualcuno del Gruppo esce con le ossa un po’ ammaccate dopo qualche tempo passato ospite delle galere democratiche. Ma la voglia di cantare e di ridere in faccia al mondo rimane: ecco che nascono “Sunglasses poliveman blues” (Ragno) e “A Piero” (Bortoluzzi) canzoni nelle quali l’impegno politico è ribadito, condito con un pizzico di umorismo cabarettistico goliardico e urlato a pieni polmoni. Nel frattempo due componenti del gruppo (Meconcelli e Lombroni) lasciano il testimone a Paolo Favero e Junio Guariento che portano nel Gruppo due voci molto belle e canzoni che ben presto entreranno nel cuore del nostro mondo. Il 12 dicembre 1976 a Roma in un concerto al Teatro delle Muse si esibisce la nuova formazione, si fa un po’ di tutto, dalle canzoni alle poesie ai monologhi di cabaret. Ben presto il corso della vita fa sì che del vecchio gruppo rimanga insieme al neo inserito Junio soltanto Mario Bortoluzzi. Alcuni mollano per motivi di studio o di lavoro, altri, come Paolo Favero, per confluire in altri gruppi musicali alternativi (ZPM di Verona nel caso di Favero) che alla fine degli anni ’70 iniziano a formarsi un po’ dovunque nell’area, diremmo oggi non conformista. “E venne” Campo Hobbit I.
I due reduci del Gruppo si presentano come Compagnia dell’Anello. L’obbiettivo è chiaro: ricominciare da due per arrivare come gli eroi di Tolkien a forse.. nove.. “Intanto si parte.. poi gli altri li troveremo per strada” In due, chitarre e voci gli altri strumenti e gli altri compagni arriveranno con il tempo. Camminando sull’erba di Campo Hobbit 1 ci si china a raccogliere un foglio scritto chissà da chi; è il testo del “Il domani appartiene a noi” La melodia è bellissima e si presta benissimo ad essere cantata tutti insieme. Diventerà ben presto l’inno ufficiale della giovane destra. Nel frattempo comincia a dare il proprio apporto ai testi delle canzoni anche Stefania Paternò (futura moglie di Junio) nascono così “La rivolta degli atenei” e “Alain Escofier”. Nel 1978 a Campo Hobbit II, Mario e Stefania non ci sono perché sono all’estero per lavoro e per studio. Nel 1979 con il ritorno di Mario dall’Iran, ricominciano i concerti della Compagnia nella versione originaria con l’ausilio di Fabio, un giovane tastierista di Pisa, Seguirà poi l’ingresso nel gruppo, 1980, di Adolfo Morganti nel ruolo di percussionista, il quadro comincia a delinearsi con tinte più precise. Sonorità ed effetti sono esigenze che cominciano a farsi sentire e col mutare delle condizioni esterne cambiano anche i testi delle canzoni, anche se la visione della vita è sempre la stessa: Si gira ormai per tutta Italia: Milano, Roma, Torino, Foggia, Napoli e altre decine di città, ovunque l’entusiasmo accompagna i concerti della Compagnia. Sono gli anni di “Fiaba” (Guariento-Paternò) e della “Canzone del lago” (Guariento) allegorie simboliche per ancora parlare alla nostra gente e per farci sentire anche dagli altri fuori dal ghetto. Nella primavera del 1980 in un concerto a Rimini viene presentata “Terra di Thule” (Bortoluzzi) e seguono a ruota “Nascita” (Guariento-Paternò-Bortoluzzi) e “Il costume del cervo bianco” scritta da Madina Fabretto su un’antica aria bretone. Si arriva così a Campo Hobbit III decisamente il più riuscito dei tre. La cornice naturale e ambientale è stupenda, l’incontro di tante singole esperienze è maturazione di un ambiente che desidera crescere e confrontarsi con l’altro di sé. Sotto un immenso planetario di stelle si levano le note de “Il domani appartiene a noi” tanto suggestivo da commuovere anche un cronista dell’Europeo presente al Campo. La Compagnia è compatta e galvanizzata, altre canzoni e ballate vengono sfornate sull’onda dell’entusiasmo negli anni successivi “Pensando ad un amico” (Bortoluzzi) “Sulla strada” (Guariento-Paternò-Bortoluzzi) e arriviamo al 1982. Nel giugno di quell’anno la Compagnia tiene un concerto al cinema Trianon di Roma insieme a Jack Marchall e al suo gruppo. Organizzatore della serata è Umberto Croppi, il mago di Campo Hobbit III che ha la bella idea di chiedere ai fratelli Massimo e Marinella di Nunzio di accompagnare Mario, Junio, Adolfo e Gino Pincini di Milano, recentemente entrato a far parte della Compagnia come pianista.. da allora tutta una serie di concerti in tutte le parti d’Italia tra cui la partecipazione ad un affollatissimo raduno della Contea a Roma, lì consacrano come il gruppo più concreto e si avvia una ricerca musicale che li porta ad ottenere un altissimo livello di semi professionalità.


Gruppi citati

COMPAGNIA DELL'ANELLO - ZPM