Rassegna Stampa

Leo Valeriano interpreta l'arresto

Testata: SECOLO D'ITALIA

Data:13 marzo 1974
Autore: (Anonimo)
Tipologia: Specifico

Locazione in archivio

Stato:Rielaborato copia
Locazione: ASMA,RS2-0002,36

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IL DRAMMA DI SOLGENITSIN NEL NUOVO SPETTACOLO AI "SUPPLIZI"

Leo Valeriano interpreta "l'arresto"

Successo del lavoro di Luciano Cirri al teatro-cabaret di Piazza Rondanini - Applausi per Pat Starke, Rod Licari e il maestro Franco Bracardi

«Autsteria Numero Uno», il nuovo spettacolo di teatro-cabaret messo in scena al «Giardino dei Supplizi» sta ottenendo da due settimane un clamoroso successo da parte del pubblico romano, che affolla tutte le sere l'elegante locale di Piazza Rondanini. Ne è autore ancora una volta il collega Luciano Cirri, il quale si riconferma con questa nuova e brillante prova come un interprete acuto ed intelligente del costume e del malcostume politico e civile dei giorni nostri uno scrittore, cioè, "impegnato" nell'accezione più positiva e moderna dell'inflazionato termine. Il copione di Cirri è interpretato dalla brava ed affascinante attrice-cantante Pat Starke al brillante ed elegante Rod Licari, dal pianista e conipositore Franco Bracardi, che in quest'occasione rivela un vigoroso temperamento d'attore comico. Una citazione a parte merita il bravissimo Leo Valeriano. un attore che «crescie» in dimensione e valori artistici ad ogni nuova sua apparizione, passando con sorprendente duttilità dai ruoli comici a quelli più intensamente drammatic. Ce ne offre una pregevole testimonianza lo stesso cantautore nell'interpretazione modulata in un diapason di lacerante tensione, di un monologo dedicato al dramma di Alexander Solgenitsin nel quale è inserito più allucinanti di Arcipelago Gulag: L'arresto. Pensiamo di far cosa gradita ai nostri lettori pubblicando il testo di questo quadro dello spettacolo che tanto successo sta riscuotendo al "Giardino dei supplizi".

COMPAGNO Solgenitsin, la tua avventura coraggiosa non è più una cosa seria. Compagno Solgenitsin, non, era meglio la Siberia,? Spenta la ultima eco degli applausi d'occasione, ti è restata l'angoscia. molta delusione e la paura di essere usato solo come un'attrazione. Fuggito al comunismo ora servi il turismo. Forse avevi sognato un'altra fine per la tua storia. Ma hai imparato che. invece, la gloria, qui dov'è occidente, si ripaga col niente. Tra noi, sei entrato nel cielo degli eroi: importante quasi come un cantante. In questo mondo smarrito, dove Cristo è finito, nella fine vicina, non parliamo di eroi... ma di eroina. Volevi raccontare ai figli. della disfatta, alla gente nuova. com'è fatta e dove si trova la libertà. Ma in queste terre, luccicanti di luci e di pubblicità, hai spento ogni illusione e, forse chi lo sa, rimpiangi la prigione. dove vive chi ce la fa. Compagno Solgenitsin. Daniel e Siniaski e gli altri, tutti quanti, sono molto più importanti di ogni conto in banca che Eroi possiamo offrirti, su una bandiera bianca. Ma con i tuoi miliardi di diritti d'autore, arrivi troppo tardi a spiegarci che molti sopravvivono, ma c'è anche chi muore. Almeno, urla forte., ai nostri intellettuali, gli apologhi morali delle nuove virtù. Raccontacelo tu, il sapore della morte, Ma che ti piglia? Tutti abbiamo famiglia?! Racconta che cos'è la nuova religione pacifista, vissuta in prigione comunista, e che gusto c'è a vivere, sperando di morire presto. fin dal momento assurdo dell'arresto. E scrivile ancora. se puoi, le parole che scrivesti allora, prima di spegnerti tra noi. Coraggio, compagno Solgenitsin, l'occidente è distrutto ed ha bruciato tutto! Che sei venuto a fare? Delle tue parole avevamo bisogno finché pensavamo che tu fossi un sogno. la realizzazione dell'ultima speranza della sola superstizione che ci avanza. Ed ora? Scrivile ancora, se vuoi, le parole che ti davano vita allora, prima che la tua storia fosse finita con noi!
L'arresto! E' uno sconvolgimento spirituale al quale non tutti riescono ad assuefarsi e che fa scivolare nella follia. L'universo ha tanti centri quanti sono gli esseri viventi che contiene. Ognuno di noi è il centro dell'universo! E Il creato si spacca quando ,qualcuno urla: «Lei è in arresto». Ecco cos'è l'arresto: un lampo accecante. Una folgorazione che respinge il presente nel passato e fa dell'impossibile un nuovo presente di pieno diritto. E' un campanello che suona in mezzo alla notte o sono colpi battuti alla porta. E' l'irruzione di stivali sporchi, di agenti insonni. E' Il tremore delle mani di chi prepara la roba di viene portato via:un cambio di biancheria, un pezzo di sapone qualche provvista. Ma nessuno sa cosa deve… sa cosa si può portare come sarebbe meglio vestirsi ma gli agenti incalzono vi interrompono bruscamente dicendo: "non hai bisogno di nulla. Là gli daranno da mangiare… e fa caldo!" Non sono altro che menzogne per spaventarvi meglio. E' ancora l'arresto è la schiacciante ballata di una forza estranea che spadroneggia nel vostro appartamento per molte ore. Che sfonda, sventra, strappa quanto è attacato ai muri, butta per terra il contenuto degli armadi e delle scrivanie, ammucchia montagne di cianfrusaglie per terra. E' lo scricchiolio degli stivali. Nulla è più inviolabile! Quando fu arrestato il macchinista di locomotive lnochin, la bara di un suo bambino appena morto era nella mamera. Gli agenti gettarono il bambino fuori della bara e si misero a cercare. anche la dentro. Si strappano i malati dal letto... si disfano le bende. E poi portano via tutto quello hanno ritenuto opportuno confiscare. Talvolta costringono il prigioniero stesso a trasportare il bottino. Nina Alesandrovna Palcinskaia trascinò sulle gracili spalle il sacco con le lettere e le carte di suo marito, il grande ingegnere russo morto da poco, verso le fauci loro... per sempre... senza ritorno!


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