Rassegna Stampa

Acqua, ricordi, memoria e malinconia: il terzo lp della Compagnia

Testata: MOVIMENTI PROG

Data: 2004
Autore: Donato Zoppo
Tipologia: Recensione

Locazione in archivio

Stato:Solo Testo
Locazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Movimentiprog,Movimentiprog 2004_3

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Autore: COMPAGNIA DELL'ANELLO
Titolo album: Di là dell'acqua
Nazionalità: Italia
Etichetta: Compagnia Dell'anello
Anno di pubblicazione: 2002

Voto medio: (7)


Recensito da Donato Zoppo
Acqua, ricordi, memoria e malinconia: il terzo lp della Compagnia
Dopo il disco d’esordio “Terra di Thule” (1983) e il secondo “In rotta per Bisanzio” (1990, in attesa di ristampa), la Compagnia dell’Anello pubblica un terzo lp nel 2002, il bel “Di là dall’acqua”.

Per la band veneto-laziale si tratta di un disco più introspettivo, come giustamente intuibile dal titolo che fa riferimento all’acqua. Acqua, memoria, ricordi. Introspezione, riflessione, meditazione. Con questo approccio più sereno e maturo il sestetto di Mario Bortoluzzi si avvicina al suo consueto sound: un country/folk rock con influenze progressive e jazz rock, per lo più nelle sonorità delle tastiere (Marinella Di Nunzio).

E’ un disco che oscilla tra ricordo del passato e simboli, come evidente nella title-track, un immaginario viaggio tra il golfo di Venezia, l’Istria, la Dalmazia. Stesso discorso per l’ottima “Addio a Perasto”. Ricordiamo ancora una volta che il gruppo si fa portavoce di ideali conservatori e tradizionalisti, talvolta esoterici: sbrigativamente definito come “gruppo di destra”, è invece un ensemble colto e ricercato, basta ascoltare “Madre Terra”, che riprende e modernizza temi della tradizione celta.

La voce di Bortoluzzi ricorda molto il tono affabulatorio di De Andrè, l’impianto musicale generale si rifà sia ai cantautori italiani che a quelli americani, così come ai gruppi (The Band, Eagles, Nomadi). Grazie agli innesti di violino, tastiere e percussioni il folk rock della Compagnia diventa eclettico e contaminato, migliorando la materia sonora di un genere spesso troppo statico e ripetitivo. Rispetto al disco d’esordio “Di là dall’acqua” risulta però più dimesso.

Alcuni brani sono più intimi e personali: “Il volo del falco”, “Anche se tutti… noi no!” e “Millo”, intrise di riflessioni e malinconia. Segnaliamo anche l’elegiaca dedica a Holderlin “Dio che amavi” e l’incantevole folk prog di “Incoronate” e “Solstitium”, un brano di rara suggestione.
Compaiono anche due pregevoli strumentali, anch’essi in linea con i suoni più levigati e dolci dell’intero disco. Si tratta di “Pro Aquis” e “Volo su zara”, sicuramente tra i momenti più alti del disco per la raffinatezza acustica e la classe dell’esecuzione.

Un disco dall’impatto minore, un po’ altalenante, forse più difficile perchè meno immediato: è grande il fascino di “Di là dall’acqua”, che raccomandiamo a tutti coloro che apprezzarono i due precedenti lp della Compagnia.

Per ulteriori dettagli:
http://www.compagniadellanello.net - Compagnia Dell'Anello

(novembre 2004 - Fonte: www.movimentiprog.net)


Gruppi citati

COMPAGNIA DELL'ANELLO

Discografie:

DI LA' DALL'ACQUA