Rassegna Stampa

Al Manifesto una pubblicità-beffa dietro al cantautore c'è il terrorista nero

Testata: L'UNITA'

Data:28 febbraio 1998
Autore: M.Ci.
Tipologia: Specifico

Locazione in archivio

Stato:Originale
Locazione: ASMA,RS2-0006,64

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Se ne sono resi conto per primi i lettori del Manifesto che la pubblicità che ieri occupava metà di pagina 11 del loro quotidiano preferito non era di un cantautore qualsiasi. E hanno cominciato a chiedere spiegazioni a mezzo telefono sul perché il loro giornale aveva accettato la pubblicità del disco di un menestrello neofascista. Infatti Massimo Morsello che rendeva noto a proprie spese che da marzo sarebbe stato in vendita il suo nuovo album "Veramente rivoluzionario" non era altri che l'ex terrorista nero tra i fondatori dei Nar, condannato a otto anni e dieci mesi per associazione sovversiva e banda armata, latitante da diciotto anni, molti dei quali trascorsi a Londra dove ha intrapreso l'attività di discografico e cantautore oltre a quella di organizzatore di viaggi e corsi di lingua per giovani insieme a Roberto Fiore, estremista di Terza Posizione. Il tutto senza tradire la propria ideologia. I testi delle canzoni contenute nell'album pubblicizzato sul Manifesto affrontano da destra temi come quelli di Maastricht (.. Ma questa Europa che la fate a fare, è solo di banche e di parole..) o del governo italiano paragonato ad un regime totalitario (.. Siete più forti voi che avete tutto quanto, prigioni di ferro di inchiostro e di cemento..") Al giornale nessuno si è reso conto che i testi e l'autore in questione non erano propriamente in linea con quelle del Manifesto. "Vuol dire che se non si sono accorti di niente i miei testi gli andavano bene. Non parlerei di beffa, preferisco pensare che le mie parole vanno bene anche per l'estrema sinistra" fa sapere un gongolante Morsello che per poco più di due milioni si è assicurato una pubblicità che va ben oltre la mezza pagina pubblicata ieri.
Problemi invece al Manifesto che ha dovuto riconoscere l'errore. "Non ne sapevamo nulla" ha ammesso il vice direttore Riccardo Barenghi, è stato un brutto incidente di cui dobbiamo scusarci con i lettori" Che questa mattina leggeranno una nota di scuse che suona così: "Ci dispiace ma ci hanno fregati. Siamo stati ingannati. Se avessimo saputo chi era Morsello non avremmo certo pubblicato la sua inserzione."


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