Rassegna Stampa

Bocciato il console fascio-rock

Testata: L'ESPRESSO IT

Data:30 giugno 2012
Autore: Domenico Lusi
Tipologia: Generico

Locazione in archivio

Stato:Solo testo
Locazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/L'espresso,L'espresso 2012-05-30

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Mario Vattani, il diplomatico che cantava a CasaPound, non può restare in servizio all'ambasciata italiana in Giappone. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, annullando una sentenza del Tar. Ora cosa farà il governo?

di Domenico Lusi

Mario Andrea Vattani, il console generale di Osaka che ha messo in serio imbarazzo la diplomazia italiana per la sua partecipazione a un concerto rock organizzato da CasaPound, in cui cantava con un gruppo di simpatizzanti fascisti, non può restare in Giappone.

Lo scrive il Consiglio di Stato in una nuova ordinanza, appena pubblicata, in cui ribadisce l'annullamento del provvedimento con cui il Tar del Lazio aveva sospeso l'immediato richiamo a Roma del diplomatico deciso dalla Farnesina.

Secondo i giudici della Quarta sezione di Palazzo Spada, presieduta da Sergio De Felice, le «acquisizioni istruttorie dell'amministrazione», prodotte nella camera di consiglio convocata ieri per discutere di nuovo il caso, «fanno risaltare un quadro probatorio vasto e coerente e l’ampia risonanza dei fatti contestati».

I giudici si riferiscono al video in cui Vattani compariva in veste di vocalist del gruppo fascio-rock "Sottofasciasemplice" in una serata organizzata da CasaPound. Video che aveva fatto il giro del web scatenando lo scandalo, con il diplomatico impegnato a cantare testi inneggianti alla Repubblica di Salò e al fascismo e contro la Repubblica italiana.

Quanto alla carenza delle motivazioni del provvedimento di richiamo in Italia contestata dal difensore di Vattani, l'avvocato Gianfranco Tobia, secondo il Consiglio di Stato «il profilo motivazionale del provvedimento impugnato appare evincibile dal contenuto del decreto ministeriale gravato, sia pure in forma sintetica».

Nessuno spazio, quindi, per un ritorno del console a Osaka, né per un rinvio della trattazione del ricorso, come chiesto dalla difesa di Vattani, in quanto fondato su «vicende ulteriori e non afferenti alla questione oggi in scrutinio». Il decreto ministeriale che imponeva l'immediato ritorno di Vattani in Italia era stato sospeso in via d'urgenza dal Tar del Lazio lo scorso15 marzo. Il 14 maggio il giudice del Consiglio di Stato, Gaetano Trotta, aveva tuttavia ripristinato il provvedimento della Farnesina con un decreto monocratico straordinario, fissando una camera di consiglio a giugno per discutere la questione.

A questo punto il ministero aveva intimato a Vattani di mettersi a disposizione, con il ritorno a Roma entro il 22 maggio. «E' una persecuzione personale, un accanimento che porta a delle situazioni assurde» aveva replicato l'ex console di Osaka. Che aveva sollecitato una nuova decisione del Consiglio di Stato. Il 18 maggio i giudici hanno respinto l'istanza, riservandosi tuttavia di pronunciarsi di nuovo sulla questione nel giro di pochi giorni. Da qui la decisione di anticipare al 29 maggio la camera di consiglio per la trattazione del ricorso inizialmente fissata a giugno e il nuovo verdetto pubblicato oggi.

Dopo l'ennesimo no del Consiglio di Stato la parola passa al Consiglio di disciplina della Farnesina che dovrà stabilire se censurare, sospendere o rimuovere il console onorario. «Vattani potrebbe anche restare console di Osaka», aveva paventato alcuni giorni fa Paola Ottaviani, responsabile della Cgil del Ministero degli Esteri : «Il tentativo di salvarlo è in atto e l'Italia rischia di continuare ad avere tra i suoi rappresentanti all'estero un uomo che si schiera a favore del fascismo».

30 maggio 2012


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