Canzoni

INNO DELLE GIOVANI FASCISTE (Poggi)

Anno: 1935

Gruppo:

Testo: Gilda Margherita Poggi
Musica: Francesca Midolo

VERSIONE UFFICIALE

Da spiagge ridenti che il mare carezza,
da rive silenti che bacia la brezza,
dai campi fecondi, dai prati distesi,
dai colli giocondi, dai poggi scoscesi,
l'ulivo intessendo con rami d' alloro,
le spighe avvicendo con pampini d' oro,
veniamo intonando un inno d ' amor:
cantiamo la pace, la gioia, il lavor !

Dei lidi, dei campi le figlie siam noi,
fanciulle d ' Italia, figliuole d ' Eroi,
noi siamo in famiglia la chiara saggezza,
noi siam nella scuola la dolce fermezza,
la vivida luce che in alto conduce,
novella speranza e fervida fè !


Per valli sonanti di canti di maggio,
per piani festanti nel tiepido raggio,
per erme turrite città di frontiera,
per forti, agguerrite città di riviera,
le palme tendendo più nobili e belle,
ghirlande porgendo di fronde novelle,
passiamo inneggiando col palpito in coi-.
cantiamo la fede, la speme, l’amor !

Adorne di mirto, fiorite di rose,
recinta la chioma col serto di spose,
orniamo le culle, le tombe, gli altari,
di tutta la Patria dall'Alpi ai tre mari;
Seguiamo il Tuo Duce e il Fascio di Luce,
e 1' Itala Stella che il Cielo ci diè!


Ai laghi specchianti bei cieli sereni,
ai fiumi scroscianti tra lampi e baleni,
ai monti boscosi che il vento funesta,
baluardi rocciosi che san la tempesta,
le querce scegliendo pei baldi e poi forti,
corone offrendo sull’are dei morti,
saliamo elevando il bel tricolore,
cantiamo la forza, la gloria, 1'onore!

Dall'umili case dei lidi marini,
dall’erme capanne d ' estremi confini,
noi figlie d' Italia, di Roma siam noi
noi donne d ' Italia, noi, spose d’Eroi !
Dio salvi il Tuo Duce, e il Fascio di Luce,
o Italia novella, accanto al Tuo Re!
VARIANTE PER VOCI MASCHILI

Da spiagge ridenti che il mare carezza,
da rive silenti che bacia la brezza,
dei campi fecondi, dai prati distesi,
dai colli giocondi, dai poggi scoscesi,
gli ulivi cogliendo, le fronde d'alloro,
le spighe mietendo tra pampini d'oro,
opriamo, intonando un inno d'amor:
cantiamo la pace, la gioia il lavor !

dei lidi, dei campi i figli siam noi,
fanciulli d'Italia, figliuoli d' Eroi !
Noi siamo in famiglia la franca allegrezza,
noi siam nella scuola la balda fierezza;
miriamo alla luce che in alto conduce,
siam nuova esultanza e tervida tè !


Per valli sonanti di canti di maggio;
per piani festanti nel tiepido raggio;
per erme, turrite città di frontiera;
per forti, agguerrite città di riviera,
le palme elevando più nobili e belle,
ghirlande intrecciando di fronde novelle,
passiamo, ineggiando nel nostro vigor;
cantiamo la fede, la speme, 1' amor !

Con fronde di mirto, con tralci di rose,
cingiamo la fronte ad itale spose,
che presso le culle, le tombe, gli altari,
adornan la patria dall' Alpi ai suoi mari !
Miriamo alla luce che in alto conduce,
sian nobil baldanza e fervida tè!


Ai laghi specchianti bei cieli sereni,
ai fiumi scroscianti tra lampi e baleni,
ai monti boscosi che il nembo tunesta,
baluardi rocciosi che san la tempesta,
le quercie sfrondando per nuove coorti,
corone recando sull'are dei forti,
aliamo elevando il bel tricolore,
cantiamo la forza, la gloria, 1' onore !

Da case vetuste di lidi marini,
ad erme capanne d' estremi confini,
noi figli d'Italia, di Roma siam noi,
noi figli d'Italia, noi giovani Eroi!
Miriamo alla Luce che tutti conduce,
con ferma costanza, con fervida fé !

Note

Roma, 24 maggio 1935-XIII