Canzoni

LA SPADA E LA ROSA

Anno:

Gruppo: Europa Civiltà

Testo: Carmine Asunis
Musica: Raimbaut de Vaqueiras

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I VERSIONE

Si perde nel vento un ronzio di campana,
che ripete nel tempo una storia lontana,
la storia di un uomo che volle lottare,
incisa sul marmo potrete trovare.
Carezzato dal sole che asciuga la brina,
dalla brezza baciato di prima mattina,
coperto da un manto di muschi e di fiori,
nascosto in un bosco impregnato di odori,
un cippo racconta a chi è puro nel cuore
di chi visse per la sete d’amore.

La spada e la rosa, il cavallo e l’onore
mi furon compagni, fedeli d’amore.

Se passate nel vento una sera d’estate,
udrete un lamento di stelle incantate,
un limpido coro assistere i raggi,
di luna frugare quel bosco di faggi
scostare le foglie, scrutare ogni fronda
fin quando di bianco la lapide inonda,
davanti alla stele, chiamato dal niente
un focoso destriero nitrisce impaziente.
Dalla lapide allora, in risposta al nitrito,
un fantasma si stacca di ferro vestito.
Le lucciole vedon balzare in arcioni,
il fantasma di ferro, brillare gli speroni
la spada sul fianco, la rosa nel cuore
galoppare fra i raggi della luna in amore.

La spada e la rosa, il cavallo e l’onore
mi furon compagni, fedeli d’amore.
II VERSIONE

Si perde nel vento un ronzio di campana,
che ripete nel tempo una storia lontana,
la storia di un uomo che volle lottare,
incisa sul marmo potrete trovare.
Carezzato dal sole che asciuga la brina,
dalla brezza baciato di prima mattina,
coperto da un manto di muschi e di fiori,
nascosto in un bosco impregnato di odori,
un cippo racconta a chi è puro nel cuore
di chi visse per la sete d’amore.

La spada e la rosa, il cavallo e l’onore
mi furon compagni, fedeli d’amore.

Se passate nel vento una sera d’estate,
udrete un lamento di stelle incantate,
un TIMIDO coro assistere i raggi,
di luna frugare quel bosco di faggi
scostare le foglie, scrutare ogni fronda
SIN quando di bianco la lapide inonda,
davanti alla stele, chiamato dal niente
un focoso destriero nitrisce impaziente.
Dalla lapide allora, in risposta al nitrito,
un fantasma si stacca di ferro vestito.
Le lucciole vedon balzare in arcioni,
il fantasma di ferro, brillare gli speroni
la spada sul fianco, la rosa nel cuore
galoppare fra i raggi della luna in amore.

La spada e la rosa, il cavallo e l’onore
mi furon compagni, fedeli d’amore.

Note

Sull’aria di “Kalenda Maya”, canto provenzale del XII secolo