Canzoni

NEL SUO NOME

Anno: 1975

Gruppo: AMICI DEL VENTO

Testo e musica: Carlo Venturino

Ragazza che aspettavi un giorno come tanti,
un cinema e una pizza, per stare un po' con lui,
dai apri la tua porta, che vengo per parlarti:
"Sai, stasera, in piazza... erano tanti, e...
il tuo ragazzo è morto... è morto questa sera".

Vent'anni sono pochi per farsi aprir la testa,
dall'odio di chi invidia la nostra gioventù,
di chi uno straccio rosso ha usato per bandiera,
perché non ha il coraggio di servirne una vera.
La gioventù d'Europa stasera piangerà
chi muore in primavera per la sua Fedeltà.

Le idee fanno paura a questa società,
ma ancora più paura può far la Fedeltà:
la Fedeltà a una terra, la Fedeltà a un amore,
son cose troppo grandi per chi non ha più cuore.
Un fiore di ciliegio tu porta tra i capelli,
vedendoti passare ti riconoscerò e...
Sole d'Occidente che accogli il nostro amico,
ritorna a illuminare il nostro mondo antico.
Dai colli dell'Eterna ritornino i cavalli,
che portano gli eroi di questo mondo stanchi.

Ragazza del mio amico che è morto questa sera,
il fiore tra i capelli no, non ti appassirà.
Di questo tuo dolore noi faremo una bandiera,
nel buio della notte una fiamma splenderà.
Sarà la nostra fiamma,
saranno i tuoi vent'anni,
la nostra primavera
sarà la libertà.

Note

La canzone venne ispirata da una lettera, pubblicata sul Secolo d’Italia, della ragazza di Mikis Mantakas, studente universitario greco, iscritto al Fuan Caravella di Roma, ucciso il 28 febbraio 1975 a colpi di pistola durante un assalto alla sezione MSI di via Ottaviano, compiuto da estremisti di sinistra che provenivano dal Tribunale dove si stava svolgendo il processo contro i militanti di Potere Operaio accusati dell’omicidio dei fratelli Mattei.