Canzoni

L'AVVELENATA

Anno: 1977

Gruppo: FRANCESCO GUCCINI

Testo e musica: Francesco Guccini

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Ma se io avessi previsto tutto questo: (dati causa e pretesto), le attuali conclusioni
credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni ;
va be', lo ammetto che mi son sbagliato
e accetto il « crucifige » e così sia;
chiedo tempo, son della razza mia, per quando grande sia,
il primo che ha studiato.
Mio padre in fondo aveva anche ragione, a dir che la pensione è davvero importante,
mia madre non aveva poi sbagliato, a dir che un laureato conta più di un cantante.
Giovane e ingenuo io ho perso la testa
sian stati i libri, o il mio provincialismo;
e un cazzo in culo, e accuse d'arrivismo,
dubbi di qualunquismo son quello che mi resta.

Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a « vossia »
però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni si possa far poesia.
Io canto quando posso e come posso;
quando ne ho voglia, senza applausi o fischi.
Vendere o no « non passa » tra i miei rischi, non comprate i miei dischi
e sputatemi addosso.
Secondo Voi, ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare;
godo molto di píù nell'ubriacarmi, oppure a masturbarmi, o al limite a scopare.
Se son d'umore nero allora scrivo
frugando dentro alle nostre miserie;
di solito ho da far cose più serie,
costruir su macerie, o mantenermi vivo.

Io tutto, io niente, io stronzo ed io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista
io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista,
io frocio, io perchè canto so imbarcare
io falso, io vero, io genio e io cretino
io solo, qui, alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino
e voglia di bestemmiare.
Secondo Voi, ma chi me lo fa fare, di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento
ovvio il medico dice « sei depresso », nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento;
ed io che ho sempre detto che era un gioco
sapere usare o no d'un certo metro
compagni il gioco si fa peso e tetro, comprate il mio didietro
io lo vendo per poco.

Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po' di milioni ;
voi che siete capaci, fate bene, ad aver le tasche piene, e non solo i coglioni,
che cosa posso dirvi? Andate e fate,
tanto ci sarà sempre, lo sapete:
un musico fallito, un pio, un Teorete, un Bertoncelli o un prete
a sparare cazzate.
Ma se io avessi previsto tutto questo dati causa e pretesto, forse farei lo stesso;
mi piace far canzoni e bere vino; mi piace far casino, poi sono nato fesso
e quindi tiro avanti e non mi svesto
dei panni che son solito portare.
Ho tante cose ancor da raccontare per chi vuole ascoltare
e a culo tutto il resto.