Canzoni

LO CHIAMAVANO IL SINI

Anno: 2015

Gruppo: SKOLL

Testo e musica: Federico Goglio |

Ti chiamavano il Sini, due braccia unite a due remi
un sorso di Lario nel cuore per conquistare il Tamigi
e poi sei morto così, perché si muore d’estate
da veri uomini liberi, pezzi di uomini in piedi
avevi baffi e tensione, artiglieria d’atleta
due metri d’uomo in trincea, polmoni e cuore in divisa
e te ne stavi così a sfidare i proiettili
col petto in fronte al nemico, con la forza tranquilla di chi non è partito

e oggi i ragazzi rincorrono un pallone
su un prato che porta il tuo nome
e quei ragazzi indossano i colori azzurri del lago
su una maglia che sembra quella dell’Italia
e ci facciamo male per ricordare
e ci facciamo male nel ricordare

oro di cento medaglie a riflettere il sole
dalle cime del Carso al nemico, al sudore
e quando ti hanno colpito hai chiesto solo dell’acqua
un sorso d’acqua del Lario, una goccia del tuo lago, da dove eri partito

e oggi i ragazzi rincorrono un pallone
su un prato che porta il tuo nome
e quei ragazzi indossano i colori azzurri del lago
su una maglia che sembra quella dell’Italia
e ci facciamo male per ricordare
e ci facciamo male nel ricordare

ma dove, ma dove è andato il tuo amore?
ma dove è andato il tuo amore?
è tutto quello che c’è
è tutto quello che c’è

Note

Nella grande guerra ci furono tanti personaggi che compirono gesti incredibili, personaggi che potremmo tranquillamente definiore eroi, storie di onore e di sacrificio che purtroppo, per la maggior partre, si sono perse nell’oblio. Ma quealcuna è giunta fino a noi e una di queste è quella di Giuseppe Sinigaglia
Sinigaglia, nato a Como nel 1884, lottatore e canottiere, è stato campione di lotta italiano ed europeo dal 1906 al 1914 quando vinse la prestigiosa Diamond’s Scull. Primo italiano a partecipare a questa gara, paragonabile ad un odierno campionato del mondo, fu premiato dalla Regina d’Inghelterra, una cosa all’epoca unica e quasi incredibile.
Nel 1915 si arruola volontario nel Regio Esercito dove, per la sua corporatura (era alto quasi due metri), venne assegnato al Reggimento dei Granatieri di Sardegna e dove divise la trincea con un altro grande eroe, l’architetto futurista, anche lui comasco, Sant’Elia che mori dopo numerosi slanci eroici. Nel 1916 viene promosso tenente ed inviato sul fronte del carso dove partecipa alla conquista del Monte San michele. Il 9 agosto coi suoi uomini va all’assalto della cima 4 del monte che, a prezzo di pesanti sacrifici, viene conquistata. Mentre sta riorganizzando la posizione appena conquistata Sinigaglia che per la sua altezza stando in piedi spuntava dalla trincea - i suo camerati gli dicevano sempre “Sini abbassa la testa” ma lui diceva di no, perché voleva così dimostrare agli austriaci che non aveva paura dei loro colpi - venne colpito da una raffica di mitragliatrice e morì il giorno dopo. Una delle ultime cose che disse prima di esalare l’ultimo respiro era che non gli importava di morire ma avrebbe voluto bere un sorso di acqua del suo lago, segno di un forte attacamento alla sua terra natia a cui il suo ultimo pensiero lo ricongiugeva idealmente.
Il tenente Sinigaglia per quest’azione fu insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare
Lo chiamavano Sini, la storia di un grande italiano