Canzoni

FIGLI DI UNA FRONTIERA

Anno: 1990

Gruppo: MASSIMO MORSELLO

Testo e musica: Massimo Morsello |

Figli del mondo siamo,
con le ali dietro ai talloni
che ci aiutano quando fuggiamo
dalla polvere delle prigioni.

Figli di una sigaretta, di una sirena che ci mette fretta,
figli di un treno che parte e non ci aspetta.
Figli della notte siamo senza una foto sopra il passaporto
che ci aiuta quando navighiamo su una nave in mare aperto,
figli di una frontiera da passare solo quando è sera,
quando la guardia dorme e non ci fa paura.

Figli della strada siamo che ci porta dove vuole il vento,
che ci aiuta quando ci perdiamo il nostro senso di orientamento,
figli di un inno al sole e di una terra che non ci vuole,
di una ferita che ci fa male nel profondo del cuore.

Figli della luna siamo col cappello calato sul viso
ed il sonno calato sugli occhi,
c’addormenta, ci strappa un sorriso,
figli di un tradimento, figli di un sole che s’è spento,
figli di un cane che passa, abbaia e ci si ferma accanto.
Figli delle stelle siamo, con due occhi che non credono a niente,
che ci aiutano quando ci troviamo
tra le facce dell’altra gente.

Figli di una bufera, figli di un temporale
che tu dagli e prova, che tu dagli e spera
siamo i figli venuti male.
Figli di una bufera, figli di una luce accesa
che tu dagli e prova, che tu dagli e spera
torneremo tutti quanti a casa.
Figli del mondo siamo,
con le ali dietro ai talloni
che ci aiutano quando fuggiamo
dalla polvere delle prigioni.

Figli di una sigaretta, di una sirena che ci mette fretta,
figli di un treno che parte e non ci aspetta.
Figli della notte siamo senza una foto sopra il passaporto
che ci aiuta quando navighiamo su una nave in mare aperto,
figli di una frontiera da passare solo quando è sera,
quando la guardia dorme e non ci fa paura.

Figli della notte siamo che ci porta dove vuole il vento,
che ci aiuta quando ci perdiamo il nostro senso di orientamento,
figli di un inno al sole e di una terra che non ci vuole,
di una ferita che ci fa male nel profondo del cuore.

Figli della pioggia siamo col cappello calato sul viso
ed il sonno calato negli occhi,
ci addormenta, ci strappa un sorriso,
figli di un tradimento, figli di un sole che s’è spento,
figli di un cane che passa, abbaia e ci si ferma accanto.
Figli del mondo siamo, con due occhi che non credono a niente,
che ci aiutano quando ci troviamo
tra le facce dell’altra gente.

Figli di una bufera, figli di un temporale
che tu dagli e prova, che tu dagli e spera
siamo i figli venuti male.
Figli di una bufera, figli di una luce accesa
che tu dagli e prova, che tu dagli e spera
torneremo tutti quanti a casa.

Note

La seconda versione (1996) si differenzia per dei termini nel testo e nel quarto paragrafo.