Canzoni

LA VANDEANA

Anno: 1988

Gruppo: FRANCESCO MANCINELLI

Testo: Pino Tosca | Francesco Mancinelli Musica: Yves Prim |

I VERSIONE

Ride la folla ed urla
al sangue che colora
il collo dei soldati
fedeli alla corona
che sopra i ceppi hanno baciato
il giglio dell’onore
che sopra i visi hanno gettato
di sfida il guanto ancora (1.a)

Siamo di Francia ladri e cavalieri
nella notte noi andiamo
il vento freddo del terrore
non ci potrà fermare.
Se un bianco fiore nasce in petto
a noi è sangue di chi crede ancora (1.b) (2.a)
come il bel simbolo d’amor
che al trono ci legò.


Spade della Vandea
falci della boscaglia
Baroni e contadini
siam pronti alla battaglia
per vendicare chi morì
sopra le ghigliottine
per ridonare il sole alla Francia
dalle nostre colline (1.b)

Siamo di Francia ladri e cavalieri
nella notte noi andiamo
il vento freddo del terrore
non ci potrà fermare.
L’oro che noi rubiamo con onore
dentro i cuori splende ancora (1.c)
come il bel simbolo d’amor
che al trono ci legò.


I cieli devastati
da giudici plebei
dall’odio degli uomini
dal pianto degli dei
nasce un bel fiore che i cavalieri
portano sui mantelli
è il bianco giglio che ha profumato
il campo dei ribelli

Siamo di Francia ladri e cavalieri
nella notte noi andiamo
il vento freddo del terrore
non ci potrà fermare.
Se un bianco fiore nasce in petto a noi
è sangue di chi crede ancora (1.d) (2.a)
come il bel simbolo d’amor
che al trono ci legò
II VERSIONE

Ride la folla ed urla
al sangue che colora
il collo dei soldati
fedeli alla corona
che sopra i ceppi hanno baciato
il giglio dell’onore
che col sorriso hanno gettato
di sfida il guanto ancora.

Siamo dell’Ascia ladri e cavalieri
nella notte noi andiamo
il vento freddo del terrore
non ci potrà fermare.
L’oro che noi rubiamo con onore
dentro i cuori splende ancora
come il bel simbolo d’amor
che al trono ci legò.


Spade della Vandea
falci della boscaglia
Baroni e contadini
siam pronti alla battaglia
per vendicare chi morì
sopra le ghigliottine
per riabbracciare il sole di Francia
sulle nostre colline.

Siamo dell’Ascia ladri e cavalieri
nella notte noi andiamo
il vento freddo del terrore
non ci potrà fermare.
Se un rosso fiore nasce in petto a noi
è sangue di chi crede ancora (1.d)
come il bel simbolo d’amor
che al trono ci legò.


I cieli devastati
da giudici plebei
dall’odio degli uomini
dal pianto degli dei
nasce un bel fiore che i cavalieri
portano sui mantelli
è il bianco giglio che ha profumato
il campo dei ribelli.

Siamo dell’Ascia ladri e cavalieri
nella notte noi andiamo
il vento freddo del terrore
non ci potrà fermare.
Se un rosso fiore nasce in petto a noi
è sangue di chi crede ancora (1.c) (1.d)
come il bel simbolo d’amor
che al trono ci legò.

Note

Versioni del brano “Ribelli di Vandea” con alcune modifiche cantate da Francesco Mancinelli a partire dalla fine degli anni ‘80.
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La prima versione si differenzia dall’originale principalmente nel ritornello dove all’inizio il termine “del Re” viene sostituito con il termine “di Francia” e vi sono alcune varianti del brano:.

VARIANTE 1
1.a che col sorriso hanno gettato di sfida il guanto ancora
1.b per riabbracciare il sole di Francia sulle nostre colline
1.c Se un bianco fiore nasce in petto a noi è segno di chi crede ancora
1.d L’oro che noi rubiamo con onore dentro i cuori splende ancora

VARIANTE 2
2.a L’oro che noi rubiamo con onore dentro i cuori splende ancora
2.b Se un rosso fiore nasce in petto a noi è segno di chi crede ancora
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La seconda versione (1989) invece riprende, nel ritornello, il termine “dell’Ascia” usato nella versione ordinovista. Di questa vi è anche una variante:
1.a L’oro che noi rubiamo con onore dentro i cuori splende ancora
1.b Se un bianco fiore nasce in petto a noi è sangue di chi crede ancora