Canzoni

ALTAFORTE

Anno: 1977

Gruppo: RENATO COLELLA

Testo e musica: Renato Colella |

All’inferno la pace che il nostro sud appesta.
Tu, cane bastardo, vieni e canta, oggi è festa.
In vita solo quando s’incrociano le spade
e se il vento gonfia il drappo di chi cade,
se i bianchi fior si fan vermigli di sangue,
allora il mio cuor pazzo d’amore,
di gioia la noia distrugge nel sol.

Il sole si leva ad est rosso sangue
ma luce non da a chi in pace langue
ed amo nel buio veder le sue lance
trafiggere il sonno, parlare a chi piange,
la sua virtù sfida da sola le tenebre
e allora il mio cuor pazzo d’amore,
di gioia la noia distrugge nel sol.

Nel caldo d’estate io sì sono capace
di ridere alle piogge se uccidono la pace,
se fulmini feroci si scaricano in terra,
se il tuono mi narra di una vecchia guerra,
se i venti in ciel spazzan le nuvole cariche
allora il mio cuor pazzo d’amore,
di gioia la noia distrugge nel sol.

Conceda l’inferno al mio cuor di sentire
rumori di spade, cavalli nitrire,
ai miei occhi il vedere in pazza partita
due petti ferrati contendersi la vita
e voglio morir baciando un’ora di guerra
e allora il mio cuor pazzo d’amore,
di gioia la noia distrugge nel sol.

Non amo quell’uomo che teme battaglia,
che contro i miei versi per uso si scaglia,
che resta li fermo in pace a marcire
lontano da dove virtù non sa morire.
Di troie così la morte sì mi consola
e allora il mio cuor pazzo d’amore,
di gioia la noia distrugge nel sol.

Adios Altaforte, risuoni di canti,
memorie di sangue e morte di santi.
Ricordi di urla e di glorie in battaglia,
di odio e ingiustizia verso chi sbaglia
e pensi a me Wotan il dio della guerra
e allora il mio cuor pazzo d’amore,
di gioia la noia distrugge nel sol.

All’inferno la pace che il nostro sud appesta.
Tu, cane bastardo, vieni e canta,
oggi è festa.

Note

"Mi piace quando vedo che il signore è il primo all'assalto a cavallo,
armato, senza tema, che ai suoi infonde ardire così, con gagliardo valore"
(Bertran de Born)

Bertran de Born era nato a Salagnac nel 1140. Qui fu Signore del castello di Altaforte (Hautefort) ai confini tra Limosino e Perigordino. Fu implicato in contese feudali e guerreggiò contro Enrico II Plantageneto. Finì la vita da monaco, nell'abazia cistercense di Dalon, nel 1215.
Restano di lui una quarantina di componimenti, scaglionati nel decennio 1181-1196. Un quinto sono canti d'amore, il resto robusti sirventesi politici, pieni di ardore bellicoso.
Dante Alighieri ne da un giudizio controverso: nel "Convivio" ne elogia la liberalità, nella "Eloquenza del volgare" lo ricorda come tra i più illustri "cantore delle armi", e finisce nella "Divina Commedia" per condannarlo come fomentatore di discordie (Inferno, canto 28).
Petrarca imitò una sua canzone di discolpa amorosa.
Ezra Pound gli dedicò la "Sestina Altaforte" per riabilitarlo dalla condanna di Dante. E' da questa poesia che è tratta la canzone di Renato Colella:

All'inferno! la pace appesta tutto il nostro Sud.
Tu, cane bastardo, Papiols, vieni! Diamoci alla musica!
Io non ho vita tranne quando cozzano le spade.
Ma quando vedo stendardi d'oro, di vaio, violacei. opporsi
e i vasti campi sotto loro farsi vermigli
allora urla il mio cuore, quasi pazzo di gioia.

Nell'ardore dell'estate provo immensa gioia
quando le tempeste sulla terra ne uccidono la sporca pace
e i fulmini dal cielo nero sfolgorano vermigli
e i tuoni furiosamente ruggiscono a me la loro musica
e i venti ululano tra le pazze nuvole, nell'opporsi,
e per tutto il cielo lacerato le spade di Dio cozzano.

Conceda l'inferno di sentire presto il cozzo delle spade!
E i nitriti acuti dei destrieri che gioiscono nella battaglia,
petto chiodato opporsi a petto chiodato!
Meglio un'ora di battaglia che un anno di pace
con tavole opime, lazzi osceni, vino e lieve musica!
Ah! Non c'è vino che eguagli il vermiglio del sangue!

E io amo vedere il sole levarsi rosso sangue.
E guardo le sue lance per il buio cozzare di armi
e mi riempie il cuore di gioia
e mi empie la bocca di una forte musica
quando lo vedo così sdegnare e sfidare la pace,
la sua forza solitaria alle grandi tenebre opporsi.

L'uomo che teme la guerra e s'accascia opponendosi
alle mie parole per la battaglia, non ha sangue vermiglio.
Adatto solo a marcire nella femminea pace
lungi da dove il valore ha vinto e le spade cozzano
per la morte di tal baldracche io gioisco;
sì, riempio tutta l'aria della mia musica.

Papiols, Papiols, alla musica!
Non c'è suono che eguagli l'opporsi di spade a spade,
né grido simile all'urlo di gioia in battaglia
quando gomiti e spade stillano sangue vermiglio
e le nostre cariche cozzano contro l'assalto del "Leopardo".
Maledica per sempre Iddio quelli che gridano "Pace"!

E che la musica delle spade vermigli li renda!
L'inferno conceda presto che di nuovo s'oda il cozzar delle spade!
L'inferno cancelli in nero per sempre il pensiero "Pace"!