Canzoni

IL MERCENARIO DI LUCERA

Anno: 1968

Gruppo: Cabaret e satira

Testo: Pier Francesco Pingitore | Musica: Dimitri Girbanovski |

Son morto nel Katanga,
venivo da Lucera,
avevo quarant’anni
e la fedina nera.
Di me la gente dice
ch’ero coi mercenari
soltanto per bottino,
soltanto per denari.
Ora che sono steso
guardate nel mio sacco:
c’è solo una bottiglia
e un’oncia di tabacco.
Invano cercherete
soldi nel tascapane,
li ho spesi proprio tutti
insieme alle puttane.
Viva la morte mia,
viva la gioventù.

Amavo un’entraineuse
di razza congolese
però la persi ai dadi
con Jimmy l’irlandese.
Se rimanevo a casa
là nella mia Lucera
ora sarei arrivato
coi figli e la pancera.
Avrei la moglie grassa,
le rate e la “Seicento”,
mutua, televisore,
salotto e doppio mento.
Invece sono andato
in giro per il mondo
ed ora sto crepando,
quaggiù nel basso Congo.
Viva la morte mia,
viva la gioventù.

Salvai monache e frati
dal rogo del ribelle
ma l’O.N.U. se ne frega
se brucia la mia pelle.
Addio amiche mie
coi fiori nei capelli,
addio care compagne
trovate nei bordelli.
Addio verdi colline,
ormai scende la notte,
i fuochi sono spenti,
addio dolci mignotte.
Con le vostre guepieres
ho fatto una bandiera,
portatela agli amici
che invecchiano a Lucera.
Viva la morte mia,
viva la gioventù.

Note

La canzone era uno dei brani cantata agli spettacoli di varietà del Bagaglino, dove era interpretata da Pino Caruso