Canzoni

BUDAPEST

Anno: 1968

Gruppo: LEO VALERIANO

Testo e musica: Leo Di Giannantonio |

Sono sul monte, guardando giù e vedo la città, la nostra capitale in fiamme!
In Fiamme ruggenti accese dal Nerone rosso per festeggiare il proprio trionfo.
Ardono le fabbriche e l’antico castello di Mattia Corvin
ed il museo nazionale dove Petofi recitò la sua poesia: “Su Magiari!”.
Si sgretolano i vecchi palazzi, sopravvissuti a secoli crudeli
e sulle torri delle nostre chiese il gallo rosso strilla.
Il cielo è rosso, ed è sangue umano.
Sangue magiaro dipinge il lastrico stralciato dalle bombe.
Giovinetti, ragazzi, operai, caddero nella battaglia contro l’orda assassina di levante,
il loro sogno era il rosso, bianco, verde e la parola santa che dice: “libertà”.
Sto sul monte e vedo la massa di rovine che venne chiamata finora Budaperst!


Sto sul monte e guardo giù
dove stava una città:
sulle torri delle chiese
strilla forte il gallo rosso.
Rosso il cielo dalle fiamme,
rosse le strade di sangue
rossi sono i carri armati:
sta bruciando Budapest!
Oh Budapest ... oh, Budapest!

Soli abbiamo perduto;
erano in tanti a parlare
quando non costava niente
ma adesso chi c'è a morire con noi?
Oh Budapest ... oh, Budapest!

Tu borghese d'occidente,
tu hai moglie, figli e amante,
le tue case sono calde
e non ti va di rischiare per Budapest.
Tu borghese d'occidente
hai raccolto sacchi d'oro
nati dal sangue magiaro
e poi ci hai incatenati
al gigante dell'Est.
Oh Budapest ... oh, Budapest!


(parlato)........

E accuso!
Io, poeta muto da dodici anni,che forse sarò muto per sempre.
Accuso!
E non accuso te, orda enorme d'Asia,
te orso brutale di Mosca che non riuscisti
ad essere europeo.
E non accuso te canaglia vile,
che hai voluto la nuova invasione dei Tartari per salvare così la tua esistenza.
Ma accuso te Occidente, che non hai ascoltato il nostro ultimo grido di aiuto.
Ti accuso! Occidente, che hai preferito l'Asia lontana al popolo di Santo Stefano.
Occidente non hai guadagnato tempo:soltanto una mezz’ora!
E poi sulle rovine di Parigi, di Londra, di New York
marceranno i carri armati del nostro tiranno.
Ricorda allora tutto sarà compiuto,
anche la maledizione del magiaro da te abbandonato.


Ed io ti accuso Occidente,
domani anche tu piangerai
come il magiaro sconfitto
da te abbandonato a Budapest.
a Budapest ... a, Budapest!

Qui sul monte sto guardando
la fine di un'illusione
nata lungo il nostro fiume
e che muore assassinata con Budapest!
Oh Budapest ... oh, Budapest!