Rassegna Stampa

“Eroica” di Skoll: un mondo troppo piccolo per cuori grandi

Testata: ALTAFORTE.INFO

Data:7 maggio 2013
Autore: Carlo “Mezzochicco”
Tipologia: Recensione

Locazione in archivio

Stato:Solo testo
Locazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Altaforte.info,Altraforte-info 2013-05-07

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Ne avevamo già avuto un piccolo assaggio l’anno scorso quando “Skoll” ci aveva regalato, in acustico (chitarra e tastiera) e dal vivo, “Questo mondo non basta”.
Tuttavia, solo in apparenza “Eroica” può essere avvicinato ai lavori precedenti di Skoll.
E solo ad un ascoltatore poco paziente potrà sembrare che la chitarra elettrica – invece della abituale acustica – sia una dichiarazione di forza e di affermativa potenza.
Malgrado il titolo e la scelta dei temi, invece, questo cd del cantautore lombardo è, a nostro giudizio, una riflessione molto personale e diremmo quasi privata sulla crisi a vari scomparti che affligge il nostro paese.
Nelle vite dei suoi “eroi”, in realtà, Skoll cerca un messaggio e un orientamento per il presente, vuoto di generosità e di atti d’amore.
Qui non si racconta più di Mishima o di D’Annunzio con un intento retorico di commemorazione del passato, qualora mai fosse accaduto nelle canzoni di questo autentico poeta comunitario.
Forse – en passant - vale ancora la pena di ricordare le parole di Adriano Romualdi che stigmatizzava il persistere di polverosi stereotipi che ponevano la destra di sezione un qualcosa «tra il negozio di rigattiere e il sepolcro» oppure la battuta di Ennio Flaiano: «I fascisti amano il calendario. Quando non sanno che cosa celebrare si sentono infelici. Una volta celebrarono persino il primo anniversario di un cinquantenario.»
In questo caso, non è così. Il riferimento al passato è trasformato in meditazione e riflessione intima per affrontare il presente e per manifestare un desiderio di ritrovare la spinta al rischio, la dedizione per una causa (quasi non importa quale purchè sia scelta con amore di verità), lo slancio appassionato di chi vuole “vivere davvero”.

Roberta Di Casimirro, introducendo il libro “Questo mondo non basta” aveva visto giusto: «Non importa qual è il palcoscenico o il teatro esistenziale: che sia un set cinematografico o il ring per un incontro di pugilato, la vetta di una montagna o un concerto. Non importa l’arma usata (…). Quello che veramente conta è come ci si presenta alla battaglia.» Non importa nemmeno quale battaglia si combatte, continua, l’importante resta sempre combatterla con onore.
È proprio ciò che racconta Skoll. Ma, come un filo “nero”, passa attraverso ognuno di questi dieci brani, il dolore muto per un’Italia prostrata e incapace di esprimere energia, costruzione, futuro.
La vita già passa, ma la vita cos’è? Immediatamente siamo interrogati e colpiti dal pugno di Primo Carnera che ci getta nella polvere. Poi, la fatica e l’incertezza continuano ad accompagnarci insieme ai “Mille”. E così per tutte le tracce di questo cd.
Ci è molto difficile parlare singolarmente di ogni canzone. Vorremmo soffermarci meglio e più in profondità su quelle che a nostro parere sono le canzoni centrali e più belle del cd, “Gli aquiloni del Grappa” o “L’ala d’Italia”, la prima sulla Grande Guerra e la seconda dedicata a Gabriele D’Annunzio. Ma è appunto questa sensazione di confessione privata e candidamente indifesa che ci spinge a non indugiare e non rovinarne la sincerità con analisi o chiacchiere.
Ci vengono in mente però analogie con le pagine iniziali di due testi che immaginiamo appartengano al bagaglio ideale di Skoll.
La prima parte di “Militia”, scritta da Léon Degrelle all’ombra delle ceneri dei propri sogni tramontati, dal titolo “i cuori vuoti”. In queste pagine, viene delineata la malattia di un secolo che ha preso l’anima. Un’anima incapace di donarsi.
L’altra voce è quella di una donna, Eva Duarte, che ne “La ragione della mia vita”, confessa con forza e chiarezza la matrice prima del suo impegno totale per il popolo argentino.
È vero, “questo mondo non basta”.
Evita si indigna, non crede nell’ineluttabilità della sorte infinitamente rassegnata dei suoi “descamisados”. Allo stesso modo, gli scalatori del K2 o Paolo Borsellino (ma quanto vale un uomo differente?) affrontano la loro sorte con la stessa forza di volontà di Vincent in “Gattaca” che non si rassegna a rinunciare al sogno di tutta una vita.
In una società mondiale dove tutto viene programmato e deciso sulla base di dati e ragionamenti statistici burocratici economici, fanno ancora la differenza quelli che non si arrendono.
Questi sono i riferimenti di Skoll. Questa è la sua base “eroica”, donata con la consueta sensibilità e con il suo grande cuore.


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EROICA