Rassegna Stampa

Spontaneità ed umanità: ecco le nostre armi nel mondo delle batterie elettroniche

Testata: SECOLO D'ITALIA

Data:2 luglio 1989
Autore: C. Scoyni e G. Alibrandi
Tipologia: Intervista

Locazione in archivio

Stato:Smontato originale
Locazione: ASMA,RS2-0006,8

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La Compagnia si avvia a dar vita ad un nuovo album. La sua realizzazione era prevista già da tempo, ma è stata sospesa dopo il Concerto per Almerigo, in memoria dell’amatissimo Grilz che è stato pubblicato in cassetta. Oggi la formazione del gruppo è fortemente mutata e del nucleo originario rimane il solo Bortoluzzi, voce e testi. E’ affiancato dalla moglie Marinella Di Nunzio Bortoluzzi (tastiere e voce) con cui vive a Padova. Alle percussioni Adolfo Morganti, mentre Gino Pincini (pianoforte) vive a Milano, Maurizio Sebastianelli e Massimo Di Nunzio che si occupano il primo, delle tastiere e degli strumenti acustici, il secondo che si esibisce oltre che con la chitarra, suo strumento preferito, anche con il salterio, al cornamusa, i flauti e altri strumenti insoliti, vivono e lavorano a Palestrina a pochi chilometri da Roma. Proprio con Massimo di Nunzio parliamo del disco in cantiere del passato e delle prospettive future. L’inizio della lavorazione è previsto per novembre prossimo e l’uscita dipenderà dai tempi di realizzazione. Il titolo dovrebbe essere “In rotta per Bisanzio” come il pezzo guida del disco che si può già ascoltare nel “Concerto per Almerigo” Sarà molto curata la parte acustica molto più ricca che ne “La Terra di Thule” e si spera di ottenere una incisione molto più definita di quella del disco precedente.
- La musica d’esordio della Compagnia dell’Anello richiama quella dei cantautori. Due chitarre, voci. Più in là diviene un rock medievaleggiante ma qual è il vero stile cui vi riferite?
- In qualche brano de la Terra di Thule si può pensare al rock, ma l’uso che facciamo dei sintetizzatori rimanda sempre ad un suono acustico. Io preferirei suonare sorretto da un’orchestra ma visto che sarebbe veramente troppo utilizziamo i sinth per ricreare delle atmosfere di suoni che ci portino al ricordo di archi, flauti Ecc. E questo è l’uso che ne faremo nel nuovo disco forse più accentuato; mancheranno gli spunti rockeggianti del La Terra di Thule.. pensa a Sulla strada, con quel ritmo incalzante.. tipico di un rock. Cercheremo di innestare invece una forte componente.. posso dirlo e senza esagerare, sinfonica. Sintetizzatori affiancati da strumenti acustici.
- E la politica?
- Potremmo dire che i tempi sono mutati, non siamo più negli anni di porfido né in quelli di piombo. Si sente un umore diverso.. di un supermercato di certe divisioni che ci sono state in passato. Si parla tanto della famosa trasversalità Perciò sarebbe fuori tempo e forse non interesserebbe più tenere un certo atteggiamento politico nel senso proprio del termine. Far politica può semplicemente voler dire vivere in un certo modo o muoversi secondo una visione del mondo
- I testi del nuovo disco ne risentiranno
- In parte sì, tenderemo a dare una versione più allegorica dei testi, più universale, fatto del quale si trovano già gli elementi ne La Terra di Thule. Questo può non solo interessare di più ma anche essere l’espressione del nostri sentimenti, siamo cambiati, sarebbe assurdo rimanere legati a certi riferimenti
- Ma cosa si prova a far parte della Compagnia a cantare per un pubblico che non è quello normale dei concerti, che chiede qualcosa di più?
- Dal concerto del Trianon, cioè da quando ho cominciato a far parte della Compagni dell’Anello, c’è stato per me un susseguirsi di grandissime emozioni. Non mi era mai capitato di suonare quelle cose davanti a gente che è lì per ascoltare te. E ognuno di quelli che ascolta vorrebbe essere al tuo posto. In quell’atmosfera la posizione di musicista e di spettatore è intercambiabile. L’ultimo concerto che abbiamo tenuto a Trieste, è stato formidabile, ho avuto la sensazione di essere in terra di frontiera. Suonare all’interno della Compagnia mi ha dato modo di poter vivere in comunità, molto diluita nello spazio, ma legata da sentimenti che superano le barriere: E’ una situazione che si corrobora continuamente. E il fatto che tutto questo venga caldeggiato e incoraggiato da parte di tanta gente è una cosa meravigliosa .
- I primi testi parlano ad una comunità assediata. Ora sono intervenute delle aperture si sono conquistati spazi e si intravedono nuove prospettive, contatti con l’esterno. Quali sono in quest’ottica le prospettive della Compagnia dell’Anello?
- Da questo punto di vista c’è stata qualche offerta. Direi che il problema che ci si pone è se rimanere in un circuito per così dire minore o se tentare una sortita al di fuori. Effettivamente il potere aggregativo che potrebbe avere il nostro tipo di musica nel far conoscere attraverso la musica quello che è il nostro mondo sarebbe davvero una buona occasione. La difficoltà è che non siamo professionista e dovremmo troncare le nostre attività.. un salto nel buio insomma. Come spirito saremmo anche pronti ma solo se venissero proposte serie concrete, per poterci garantire almeno la sopravvivenza.
- Quindi il nuovo disco non è un tentativo di uscire sul mercato?
- No, non c’è questa intenzione. Se poi la cosa dovesse evolversi si potrebbe vedere oppure si potrebbe tentare una produzione autonoma con qualche concerto promozionale
- Abbiamo parlato di professionismo. Ma quante volte vi vedete per provare prima di entrare in sala di registrazione o cominciare un concerto?
- I nostri pezzi li digeriamo lentamente, ognuno per conto suo. Poi entriamo in sala e suoniamo quasi dal vivo anche se curiamo tutto in maniera certosina. Ma il nostro modo di vivere non ci permette di provare insieme. Io e Maurizio, qui a Palestrina rimuginiamo ogni giorno, curiamo le questioni tecniche, in particolare l’acustica. A Padova Mario e Marinella producono altre cose. Quando ci incontriamo a Natale, a Pasqua, durante i ponti, organizziamo i pezzi a cui ciascuno dà il suo apporto. Si gioca molto sulla spontaneità, non abbiamo tempo per approfondire la cura tecnica dei pezzi. E se questo da una parte è un limite, dall’altra parte traspare questa freschezza che forse non guasta. In questi tempi di sequencer di batterie elettroniche, di marchingegni vari un po’ di umanità nel far musica non guasta
- PAGINA A CURA DI CAMILLO SCOYNI E GIOVANNI ALIBRANDI


Gruppi citati

COMPAGNIA DELL'ANELLO