Rassegna Stampa

Borghettario è quella cosa

Testata: IL BORGHESE

Data:10 novembre 1966
Autore: Giusto Orsera
Tipologia: Generico

Locazione in archivio

Stato:Originale
Locazione: ASMA,RS2-0002,18

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AL BAGAGLINO

BORGHETTARIO E' QUELLA COSA….

E' tempo di fusioni, unificazioni. Chi ha una caratteristica la perda subito; chi possiede una qualità, se ne sbarazzi fin- ché è in tempo. Borghesi e proletari abbandonino le rispettive classi, lascino le rispettive posizioni. il pateracchio li aspetta. Dopo la grande proletaria, sta per nascere la grande borghetaria.
E' questo il titolo del nuovo spettacolo che il Bagaglino offre ai suoi soci. Chi è il borghetario? E' un signore metà borghese, metà proletario: borghese dalla parte del portafogli, proletario dalla parte della tessera. La metà, borghese gli permette dì avere la ,villa al mare (e al monte), la macchina con autista, lo stipendio da qualche ente parastatale e un capitale investito in azioni estere. La metà proletaria gli assicura il nome citato (con rispetto) dall'Avanti, la protezione dei sindacati e la pace sociale della coscienza. Borghese quando guadagna, proletario quando protesta. il borghetario è figlio dei nostri giorni e delle nostre unificazioni. E' il rappresentante ufficiale di quelle macedonie ideologiche che si stanno a poco a poco affermando nel nostro Paese il comunismo cristiano, il socialismo papalino, il comun-social- cristianesimo. "aperto", naturalmente, a tutti.
Questo in politica. In amore, poi il borghetario è "svedesistenzialista" (espone al mondo teorie e sedere, in egual misura) e la borghetaria è adoratrice dei "giochi di notte". E' sedotta dallo zio, in minore età, poi seduce il fidanzato del fratello, infine si fidanza stabilmente con un'amica Per quanto riguarda i problemi di fede, è assertore della «minireligione», una religione fatta su misura della sua minifede, adatta al minisaio, adeguata al suo mini-Dio. E' una religione comoda, larga di maniche e di perdoni, in cui ognuno può trovare un posto, un'occupazione; una religione che ha perduto le sue regole, le sue condanne. i suoi segni distintivi un albergo, insomma, in cui ognuno può entrare, chiedendo una camera al portiere.

***

Questo è il nuovo "mostro" che gli autori del Bagaglino (Castellacci, Cirri Palumbo e Pingitore) hanno messo alla berlina nel primo spettacolo della, stagione. Contro il borghetario hanno infierito con scenette e canzoni, al borghetario hanno tolto la maschera e la pelle. E, alla fine, dopo averlo seviziato il nemico, con la satira e l'ironia, hanno celebrato (in una scenetta gustosissima) l'Ultimo ruspante.
Guardatelo questo rosso e rubicondo figlio dei campi, questo contadino allegro e rumoroso, che corre dietro alle gonne della moglie e non alle ninfette, che non sa leggere e perciò non apprezza i saggi "impegnati", che non sa scrivere e perciò non ha mai firmato un manifesto di protesta. Guardatelo, è sorridente. E' lui in fondo, il trionfatore dello spettacolo, quello che rimarrà quando tutti i borghetari saranno scomparsi, l'unico che conserva ancora il sapore genuino della vita, dell'amore. Gli altri, come dice il bravissimo Oreste Lionello, lanciando occhiate di fuoco contadinesco sugli spettatori, gli altri sono tutti "polli d'allevamento".!
Insomma, questo contro-cabaret inaugurato l'anno scorso con grande successo, ha fatto centro un'altra volta. i testi sono allegri, feroci, pazzamente divertenti. Gli attori che li interpretano, questi quattro giovani che sembrano un'intera compagnia di rivista, che riempiono la scena con i loro balletti e le loro invenzioni, sono sempre più bravi. Lionello, che è anche l'intelligente regista, Claudia Caminito, Pino Caruso e Gabriella Gazzolo, hanno ormai raggiunto un accordo perfetto. Dopo le scenette, anche qust'anno, le Canzoni del Bagaglino. Le due vedettes sono, Gabriella Ferri e Pat Starke: più aggraziata e garbata dell'anno scorso la prima. Le sue canzoni romanesche si sono ingentilite; la sua furia espressiva è diventata furia melodica. Eccellente, come al solito, Pat Starke. una voce educata e originale, ricca di ,swing, di colore.
Accanto a queste due vecchie conoscenze ,,una vocie e una chitarra nuove: il- giovanissimo Franco Cremonini (un tuono musicale) e, alla chitarra, Ettore De Carolis. Cremonini, fra l'altro. canta la canzone che quest'anno sostituirà, nel cuore del pubblico, Berlino. Si chiama Budapest, un'altra città, nel campoposante dei nostri ricordi. Le belle musiche, naturalmente, sono di Dimitri Gribanovski Al piano il fantasioso Pino Roncon.

[Giusto Orsera)


Gruppi citati

Cabaret e satira