Rassegna Stampa

Intervista con Decima Balder

Testata: ARCHIVIO NON CONFORME

Data:2016 ottobre 2016
Autore: Eugenio Nardi
Tipologia: Intervista

Locazione in archivio

Stato:Solo testo
Locazione: ASMA-Archivio digitale RS,Web/Archivio Non conforme,ArchivioNonConforme_20161028

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Intervista con Decima Balder
a cura di Archivio Non Conforme del 28 ottobre 2016

Premessa: i Decima Balder sono una band (hard) rock identitario di origini vicentine. Fondati nel 2005 dal bassista Fante, hanno fatto uscire dopo ben undici anni il loro debut album, "Intervento", prodotto dall'etichetta romana Rupe Tarpea Produzioni ed il videoclip "Nera stellata". I Decima Balder hanno sempre avuto costantemente problemi di formazione, motivo per cui ha sempre fatto slittare l'uscita delle canzoni. Il 28 dicembre 2015 sono reduci di una tragedia familiare, ovvero la prematura scomparsa del batterista venticinquenne Gianluca Rocchio durante le registrazioni del debut album, nonostante tutto hanno trovato la forza e la speranza per concludere i lavori di studio. Di seguito un esaustiva intervista col bassista-cantante Fante a base di storia, musica, politica e quant'altro... buona lettura!

Facebook: www.facebook.com/decimabalder
Myspace: www.myspace.com/decimabalder
E-mail: decimabalder@gmail.com

01. Ciao Fante, innanzi tutto grazie per la disponibilità. Iniziamo subito con un po' di presentazioni: quando, dove e perché nascono i Decima Balder? Perché questo nome?

Ciao a te, Eugenio Nardi, ed a tutto lo staff di Archivio Non Conforme, allora… per rispondere dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, al 2005 o giù di lì, nella sonnacchiosa Vicenza. La storia penso sia un po' quella di tutti: hai una passione sfegatata per la musica, suoni uno strumento, entri in sezione e qualcuno a caso ti piazza in mano un CD masterizzato: ti si apre un mondo! Inizi a passare le notti a scaricare da internet canzoni inascoltabili di gruppi R.A.C. marcissimi o di cantautori stonati, ti iscrivi all'archivio storico della musica alternativa Lórien per saccheggiare il database multimediale, ma non ti basta. Più o meno casualmente poi conosci un altro brutto ceffo con la stessa idea e che suona la chitarra, raccatti un amico fuori dall'ambiente metapolitico che ti dia una mano con la batteria e nascono così le prime canzoni suonate in garage. Sorge così la necessità di trovare un nome ed allora inizi a macinare: provi mille idee, le migliori due, ti sembrano Decima Legio (nome cazzutissimo per una heavy metal band) piuttosto che Banda Balder (in omaggio alla banda di vichinghi con l'ascia bipenne perennemente in mano tratti dai fumetti satirico-ideologici, "La voce della fogna", di Marco Tarchi), ma nessuno piace al famoso brutto ceffo con la chitarra. Per sfotterlo gli dici: «Come cazzo vuoi che ci chiamiamo, allora? Decima Balder per caso?». Lui risponde: «OK, perché no?» e capisci che sei rimasto fregato, che il nome è e resterà quello. Poco fascioposer, ma di sicuro rispecchia la nostra anima goliardica e seria.

02. La band ha avuto cambi di formazione fino ad adesso? Vuoi presentarci tutti i componenti compresi quelli passati?

Ehm, qualcunino… cinque batteristi, cinque chitarristi ed un bassista-cantante (sempre quello). La formazione originale comprendeva il sottoscritto (Fante) al basso e voce, il Civio alla chitarra e cori e Valentino alla batteria. Poi alla batteria si sono succeduti Leo "Il Cucciolo", il Jeff da Trieste, Cico (non il bassista dei Nessuna Resa, eh!) ed infine il compianto Gianluchino. Alla chitarra invece abbiamo avuto il buon Giorgio ed il Caccia che sono stati con noi prima di arrivare alla formazione attuale, che è composta da me (Fante) al basso e voce, Mattia "Pezz" e Giovanni alle chitarre elettriche ed acustiche, nonché ai cori. Dopo la tragica scomparsa di Gianluchino siamo rimasti senza batterista, anche se ora i tempi sono maturi per cercare un degno sostituto.

03. Per caso qualche vostro componente ha dei side-projects oltre al progetto Decima Balder?

Non in ambito politico… Mattia "Pezz" suona cover punk rock con un gruppo di amici, ma è l'unico al momento.

04. Come avete conosciuto il circuito rock identitario e quali sono i generi musicali e gli artisti a cui vi ispirate maggiormente?

Il circuito musicale, come già ho detto prima, è una delle prime cose che scopri quando inizi a fare militanza ed ami la musica, soprattutto se fin dall'inizio ti viene l'orticaria a sentire parlare di preferenze, commissioni, etc. per cui è stato un passaggio naturale. A livello di ispirazione, sia come generi che come artisti, è dura riuscire a dare una risposta anche perché tra una storia e l'altra dentro il disco ci sono canzoni scritte da cinque teste diverse, con gusti ed inclinazioni diverse, mentre bene o male anche tutti gli altri membri ed ex componenti hanno messo qualcosa di loro e dei loro ascolti negli arrangiamenti, per cui non è così semplice. Di sicuro nei testi seguiamo il filone della musica alternativa più classica, mentre a livello di musica c'è molto hard rock ed una spruzzatina di heavy metal. Nel riff di "Nera stellata" c'è qualcosa dei Judas Priest, mentre il giro di chitarra prima del ritornello è molto maideniano, l'incedere di "Ribelle per fede" è un doom metal in stile Black Sabbath, poi però in mezzo ci sono ballad, pezzi punk, funky e pure una canzone ska. Per cui davvero di tutto un po', ma d'altronde questo album racconta la storia di questi nostri dieci anni in musica, con tutte le sue apparenti discrepanze.

05. Oramai nella scena musicale il vostro nome è abbastanza affermato e conosciuto, ma abbiamo dovuto aspettare dieci anni per avere un vostro prodotto tra le mani e finalmente l'11 luglio 2016 c'è stato il vostro debutto discografico ufficiale con l'album "Intervento" prodotto dall'etichetta romana Rupe Tarpea Produzioni. Perché un decennio tondo tondo per incidere il primo debut album? A cosa sono stati dovuti tutti questi ritardi?

Undici anni a dire la verità… pure peggio, quindi! I ritardi sono stati dovuti esclusivamente ai problemi di formazione, soprattutto alla difficoltà di trovare un batterista stabile. Questo ti condiziona non poco nel fissare il vecchio materiale e soprattutto nello svilupparne di nuovo. Questa esigenza eravamo riusciti a soddisfarla con Gianluchino, che infatti ci ha portati a questo traguardo. Senza di lui non ci sarebbe stato questo album. Devo dire che però non tutto il male viene per nuocere: sicuramente dopo dieci anni siamo cresciuti a livello musicale e le canzoni presentano una maggiore complessità, soprattutto negli arrangiamenti.

06. Di cosa parlano i testi dei Decima Balder e perché affrontate queste tematiche? Per quali motivi un giovane militante dovrebbe ascoltare il vostro album?

I nostri testi raccontano i nostri dieci anni di vita come band ed i nostri molti più anni da militanti, visti attraverso la nostra sensibilità. Le canzoni parlano per lo più dei nostri miti, dei nostri eroi, di ciò che ci teneva svegli le notti e ci faceva sognare: Corneliu Zelea Codreanu, Italo Balbo, i kamikaze giapponesi, i ragazzi del 1899 , Louis-Ferdinand Céline, anche se non mancano canzoni un po' più leggere, come l'arrabbiata "Auto blu" o "Ritorno a casa". Siamo tutti grandi appassionati di storia, per cui si trova molto di questo nelle nostre canzoni. Questo magari può sembrare un limite in un periodo in cui le altre band cantano per lo più d'altro, però da una parte penso ci differenzi e dall'altra magari ascoltare una canzone sulla Guardia Di Ferro rumena può incuriosire qualche ragazzo ad approfondire la figura di Corneliu Zelea Codreanu ed in un periodo in cui spesso è dura fare formazione ai ragazzi che si avvicinano, non riesco proprio a vederlo come un male.

07. Cosa avete in serbo per il futuro?

Prima del fattaccio (la morte di Gianluchino del 28 dicembre 2015) stavamo già lavorando a del nuovo materiale e c'erano già due o tre canzoni ad un buon punto, per cui la volontà è quella di non fermarsi. Ad ora stiamo cercando un nuovo batterista, per cui magari sfrutto questa vetrina per lanciare un appello: se suonate la batteria e siete alla ricerca di un gruppo oppure già ce l'avete, ma avreste tempo e voglia di aiutarci, contattateci subito tramite i nostri canali ufficiali! Di solito proviamo a Padova, ma eventualmente potremmo anche organizzarci.

08. Che cosa ne pensate della scena musicale alternativa nostrana e quali sarebbero i vostri suggerimenti per migliorarla?

Personalmente mi pare che dopo alcuni anni un po' "fiacchi" ci sia un discreto fermento in questo ultimo periodo, ci sono nuove uscite (non solo la nostra) e belle riconferme da parte di alcuni protagonisti storici. Ci sono quindi delle energie in fermento e che stanno pian piano scatenandosi. Questo potrebbe portare ad una bella esplosione del fenomeno e della scena. Il limite però potrebbe essere, tanto per cambiare, l'estrema frammentazione del nostro ambiente, con annessi antagonismi e rivalità. Oramai ci sono contesti dove suonano solo determinati artisti e band di quel movimento, altri dove o sei dell'altro movimento o non suoni. Da un lato è in parte inevitabile, determinati gruppi nascono in determinati contesti o il frontman ha parte attiva in un movimento, ma d'altra parte credo che la metapolitica - e la musica d'area è metapolitica! - non possa essere ascritta rigorosamente ad una sigla e che sia bensì un patrimonio che appartenga a tutto l'ambiente. Alla fin fine anche noi di tre che siamo, tutti e tre facciamo parte di movimenti o associazioni diverse. Questo però lo viviamo non come una limitazione, ma come una ricchezza - anche se a livello di concerti a volte ci esclude determinati eventi. A volte in provincia c'è ancora la possibilità di sentirsi, al di là delle sigle, come parte di un'unica famiglia, fraternizzare e collaborare, cosa che per noi è motivo d'orgoglio, mentre nelle realtà più grandi ed ai vertici a volte si perde.

09. Che ne pensate della politica italiana ed internazionale? Avete suggerimenti da dare ai nostri politici? Oppure preferite non occuparvene e lasciare che le cose vadano avanti da sole?

«Please, don't put your life in the hands of a rock and roll band»: cantavano gli Oasis in "Don't look back in anger" (da "(What's the story) morning glory?", 1995), per cui direi che non è il caso, almeno per quanto riguarda il sottoscritto, di mettersi a pontificare su politica italiana o internazionale. Certo, se proprio dovessi dare un consiglio a qualcuno sarebbe: «Leggiti Corneliu Zelea Codreanu, imparalo a memoria: vedi di capirlo, farlo tuo e di viverlo!». Probabilmente se arrivassimo ad essere governati da chi ha letto ed interiorizzato il C?pitanul non risolveremmo tutti i problemi del mondo, ma ci saremmo messi sulla strada giusta.

10. Oltre al debut album, il 7 luglio 2016 è uscito anche un semplice videoclip ufficiale per il brano "Nera stellata", che esperienza è stata apparire in video?

Ci abbiamo riflettuto a lungo sull'opportunità o meno di farlo, mancando Gianluchino. Però è vero che oramai è un veicolo promozionale imprescindibile per cui, aiutati dalla regia di monsieur Yvan La Battaille degli Istituti Keller, ci siamo imbarcati anche in questa avventura. Non avendo alcuna idea su come costruirlo, ci siamo affidati in toto al regista (e direi che il risultato è stato al di sopra delle nostre aspettative)! A guardarci ci siamo sentiti terribilmente ridicoli, ma è normale, come ascoltare la nostra voce registrata. Poi c'è stata una bella risposta da Youtube, oltre duemila visualizzazioni ed una cinquantina di condivisioni, almeno in una settimana… beh, direi che non è male!

11. Avete un sogno nel cassetto che vorreste realizzare a livello discografico?

In realtà il nostro sogno a livello discografico l'abbiamo appena realizzato. Ora, però, il traguardo è quello di riconfermarci quanto prima!

12. È mai successo qualche episodio curioso da raccontarci durante i vostri concerti?

Mmh, due episodi su tutti: Limone, sulla sponda bresciana del lago di Garda. Suoniamo assieme ai bellunesi Dolomia, ad un certo punto sento un frastuono dietro, dalle parti della batteria, penso: «Ecco, il Jeff si è ubriacato ed è collassato!» ed invece vedo al posto dello sgabello una panca da sagra ed al posto del Jeff, il Jeff ed il Full (batterista dei Dolomia) che menano come fabbri su di una stessa batteria: il concerto rock identitario si trasforma quindi in una specie di tribute band dei Cannibal Corpse, ma col cantato in pulito. Ad un certo punto salgono anche gli altri Dolomia ed uno di loro attacca la chitarra. Si mettono d'accordo tutti (tranne me) per suonare "Sulla strada" della Compagnia Dell'Anello; gli faccio: «Ma chi cazzo si ricorda gli accordi?», ma loro partono, per cui metto al minimo il volume del basso e vai di slide e slap! L'altro aneddoto invece è di una sera nell'Appennino tosco-emiliano. Iniziamo a suonare noi, poi dopo poco per questioni di orari per il rientro, gli Aurora ci chiedono di poter suonare loro per poi farci tornare sul palco successivamente. Nel mentre compare un fusto di birra da trenta litri. La leggenda narra che in cinque ce lo siamo seccato. Francamente non ci credo del tutto, anche perché avevamo bevuto anche cinque bottiglie di Lambrusco ed una di grappa, però le leggende fanno molto rock and roll e poi, effettivamente, ci avevamo dato dentro. Vero è che dopo un po' ci hanno tirati giù dal palco millantando vicini inferociti (eravamo in mezzo ai monti…), nessuno di noi si ricorda la scaletta delle canzoni suonate ed in alcune foto compare una bionda, invero piuttosto carina, come corista in canzoni che non conosceva ed a cui per sdebitarci abbiamo regalato una maglietta nostra taglia XXL! L'episodio più divertente in assoluto però non riguarda un concerto, ma ve lo potete gustare su Youtube cercando: "Disco neofascista - Matteo Quero denuncia il finanziamento della Regione Veneto". In pratica cos'è successo: Matteo Quero, ex liberale passato al Partito Democratico diventa assessore provinciale vicentino e firma un'ordinanza contro le passeggiatrici notturne. Manco a dirlo, tempo una settimana, e lo beccano con la sua Mercedes-Benz Classe E mezzo sbronzo in giro a prostitute. Dopo aver tentato di scappare (e se non ricordo male essersi spalmato su di un palo della luce) ed aver sfoderato agli agenti il mitico: «Voi non sapete chi sono io!», (ma invece lo sapevano), la cosa è finita sui giornali costando al nostro la tanto amata carega. Viene rieletto come consigliere comunale e fu lì che per rifarsi una verginità politica non ha trovato di meglio che scatenare un caso mediatico contro l'allora assessore all'istruzione Elena Donazzan, rea di aver finanziato tramite la Regione Veneto il libro sulla caduta del muro di Berlino, "Europa: unita, libera, forte - 1989/2009: 20 anni dalla caduta del muro", distribuito nelle scuole ed edito dall'associazione culturale Strade D'Europa (un nome a caso!). Per carità, va detto che l'autore fisico del libro aveva fatto una cazzata bella grande ed ha inguaiato tutti. Nel momento clou, un simpatico guardiano dell'antifascismo, che casualmente ho scoperto essere un mio ex compagno del liceo - 'fanculo! Ed io che gli passavo pure le versioni di latino! - ha pensato bene di porre all'attenzione del nostro il fatto che qualche mese prima era stato realizzato, sempre dall'associazione culturale Strade D'Europa, una compilation su CD di cinque gruppi musicali locali di sei tracce con dentro due nostre canzoni dei Decima Balder, tra cui la versione demo di "Santa giovinezza legionaria" (oltre che "Ribelle per fede"). Per cui conferenza stampa, videoconferenza su Youtube, due pagine sul giornale locale e pare pure un'interrogazione parlamentare. Per carità, una pubblicità bellissima (anche se "Covneliu Zela Codveanu, il capo delle bvigate neve vomene" fa un po' tenerezza ed un po' Marco Pisellonio in "Brian di Nazareth" (1979) di Terry Jones) ed effettivamente ci terremmo a regalargli una copia del nostro album, "Intervento", tanto più che Matteo "Quero-Te Quiero" Quero è tra i ringraziamenti. Però, d'altro canto, per due settimane buone non ho potuto metter piede in casa della mia ragazza dell'epoca, dato che la mamma antifascista era assidua lettrice del quotidiano locale e non l'ha presa proprio bene!

13. Diteci il nome di almeno una decina di album che consigliate ai nostri lettori di ascoltare e di avere assolutamente nella propria collezione personale?

Ahah, potrei scrivere un papiro qui! Sia io che gli altri consumiamo tonnellate di musica, per cui un elenco minimamente serio dovrebbe comprendere non meno di un centinaio di titoli. «Per poter cantare occorre un particolare stato d'animo, un'armonia dell'anima nostra. Chi va a rubare non può cantare, e nemmeno chi va a commettere un'ingiustizia ed ha l'animo roso dalle passioni o dall'odio per il suo camerata o è privo di fede. Per questo voi, Legionari di oggi e di domani, ogni qual volta avete bisogno di orientarvi nello spirito legionario, ritornate alle linee ideali che sono alla base della nostra vita. Ed il canto vi guiderà. Se non potete cantare, siate certi che c'è una malattia che vi rode nel profondo del vostro essere spirituale o che il tempo ha macchiato di peccato la purezza della vostra anima. In questo caso traetevi in disparte e lasciate il vostro posto a quelli che potranno cantare!»: diceva Corneliu Zelea Codreanu e per questo è così importante il canto (e la musica) nella vita di tutti i giorni. Comunque, andando a braccio, una decina di album heavy rock di quelli giusti potrebbero essere:
- "A night at the opera" dei Queen (1975);
- "Made in Japan" dei Deep Purple (1972);
- "Led Zeppelin" dei Led Zeppelin (1969);
- "The dark side of the moon" dei Pink Floyd (1973);
- "(What's the story) morning glory?" degli Oasis (1995);
- "Painkiller" dei Judas Priest (1990);
- "Killers" degli Iron Maiden (1981);
- "Aqualung" dei Jethro Tull (1971);
- "Master of reality" dei Black Sabbath (1971);
- "(Pronounced 'l?h-'nérd 'skin-'nérd)" dei Lynyrd Skynyrd (1973).
Ovviamente ho dimenticato di inserire tonnellate delle pietre miliari della storia del rock (dove lo mettiamo ad esempio il live album "At Folsom Prison" (1972) di Johnny Cash piuttosto che "The rise and fall of Ziggy Stardust and the spiders from Mars" (1968) del duca bianco David Bowie? Ed il punk rock, signori miei? Ed Elvis Presley o The Doors?) oltre logicamente ad aver snobbato tutta la musica italiana, da Rino Gaetano ai C.C.C.P. Fedeli Alla Linea, passando per Enrico Ruggeri e - perché no? - il buon Davide Van De Sfroos. Mi raccomando però, se comprate un disco, compratelo originale! Al di là del fatto che vi potrete gustare la copertina, le grafiche, il booklet ed i vari crediti, sostenete comunque un prodotto d'arte e l'impegno di un artista. Se poi si parla di musica d'area questo vale dieci volte di più! Significa sostenere l'impegno di chi con fatica e sudore rincorre, tra mille casini e mille spese, una passione ed un'idea, un patrimonio comune. Parlando di musica d'area è più difficile fare una lista che possa pretendere di essere esaustiva: Compagnia Dell'Anello, Amici Del Vento, Zetapiemme, Massimo Morsello piuttosto che Antica Tradizione, Sköll, Dodicesima Disposizione Transitoria, Hobbit, 270 Bis, Intolleranza ed Aurora sono gli artisti con cui siamo tutti cresciuti a livello militante e che di sicuro ritengo imprescindibili nella collezione di un appassionato, assieme anche a qualche bel disco della scena R.A.C. Poi però ce ne sono tanti altri, spesso meno conosciuti, che meritano davvero: tra i miei preferiti in quest'ambito metterei di sicuro Michele Di Fiò, Diapason, Janus, Tempo Scaduto e Sopra Le Rovine. Menzione straniera: gli spagnoli Estirpe Imperial, fighissimi! Discorso a parte meritano gli Ianva, ensemble genovese che, pur non rientrando canonicamente nella musica politica (ma ho visto più braccia tese ad un loro concerto che in un film di Leni Riefenstahl), ne lambisce spesso le tematiche, anche se con un'eleganza lirica ed una qualità musicale, compositiva, di arrangiamenti ed esecutiva ben al di sopra, non solo della scena d'area, ma probabilmente di quasi tutta la proposta nazionale attuale in ambito musicale. Il loro terzo album, "La mano di Gloria" (2012), è legato a doppia mandata all'omonima trilogia di romanzi scritti da Renato "Mercy" Carpaneto, leader del gruppo, e ne costituisce idealmente la colonna sonora. Certo, ha più pagine di un'enciclopedia, però scorrono meglio di una birra ghiacciata e direi che l'esaltazione che se ne ricava ripaga abbondantemente l'acquisto!

14. Come ultima domanda ecco a voi un tema molto scottante: cosa ne pensate i un'ipotetica "unità d'area"? È possibile secondo voi? Porterebbe a risultati importanti?

«Da un solo oceano fluiscono mille rivoli, in una sola piazza conduco mille vicoli»: cantavano i 270 Bis in "Oceano di guerrieri" (da "Cuore nero", 1995), ho smesso di crederci da tempo. Siamo troppo litigiosi e troppo ancorati a personalismi per poter pensare di riuscire davvero ad aggregarsi. Oltretutto manca una figura realmente magnetica e carismatica, che possa fungere da centro di gravità attorno a cui può gravitare la nostra galassia frammentata (alla fin fine sarebbe già questo un risultato oltre ogni più rosea aspettativa). Forse c'è qualcuno che potrebbe riuscirci in futuro, almeno in parte, se cresce bene, ma siccome l'ho presa in quel posto troppe volte, preferisco aspettare prima di iniziare ad esaltarmi!

15. Eccoci alla conclusione, nel ringraziarvi della disponibilità dataci, vi auguriamo di continuatore la vostra longeva attività musicale e militante, con l'augurio di stabilizzarvi con la formazione ed incidere altri concept album. Ed ora lo spazio per salutare e ringraziare chi volete e come volete… alla prossima, ragazzi!

Beh, non abbiamo molti altri da ringraziare, se non quelli già inseriti tra i ringraziamenti dell'album, però vorremmo ringraziare Eugenio Nardi e tutto lo staff di Archivio Non Conforme per questa vetrina che ci concedete. Ringraziamo anche chi in questi anni ci ha sostenuto ed aiutato, chi continuerà a farlo invitandoci a suonare, venendoci a vedere ai concerti, cantando le nostre canzoni e magari acquistando i nostri dischi (questo assolutamente vogliamo sia il primo di una lunga serie di prodotti discografici) ed il nostro merchandising, se siamo ancora qui e se continueremo a crescere è soprattutto grazie a voi!


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