Canzonieri

SVEGLIATI EUROPA (CANTI DEL MOVIMENTO INTEGRALISTA E DI EUROPA CIVILTA' - 1966/1976)

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EDITRICE: Autoproduzioni (Pino Tosca)
TIPOLOGIA: Canzoniere
1^ edizione: 1999

SOMMARIO

IL LEGIONARIO
ALZA LA FRONTE
GIURAMENTO
COME VENTO DEGLI DEI
DISTRUGGEREM
LA BEVUTA
INNO DEI MILITANTI
INNO DEI MOTOCICLISTI
INNO DELLA COMPAGNIA DI SOCCORSO (SUI MONTI)
GUERRIERO DEL WALHALLA
IL RE DI THULE (ODINO)
VENTUNO APRILE
I CAVALLI DELLA MORTE (CANTO DEI LANZICHENECCHI)
I CAVALIERI DELLA TAVOLA ROTONDA
INNO ALLA BANDIERA (Märkische Heide)
INNO ALLA VITTORIA
INNO DEGLI ESCURSIONISTI
TEMPI OSCURI
LE FOLGORI MARINE
R.A.
L'EUROPA DEI PARAS
LA LEGGENDA DELLA GRIGNA (Versione M.I.)
SVEGLIATI EUROPA
INNO AL PRESIDENTE
ADDIO LIBERTA'
ALLA TORRE DI PALAIS
CANZONE DEL TIGLIO
CIELO DI BIMBO
CRAZY HORSE
IL COSCRITTO
IO CRERDO
LA SPADA E LA ROSA
LE TRISTI NOZZE
LIBERA NOS A MALO
QUANDO SARO' MORTO
UN CASTELLO PER NOI
LA PREGHIERA DELL'EROE
FRATELLO SENZA PATRIA
LEGGENDA
QUALCOSA D'AMARE
PREGHIERA ALLA SERA
AL MIO UOMO
BALLATA DEI FIGLI DEL SOLE
SIDDHARTA
BALLATA DELLE SETTE ROSE
EVVIVA IL TIROLO
GLORIA FOLGORE DEL CIEL
CANTO DEI TAGLIATORI DI TESTE
JOSE' ANTONIO
EL HUAQUERO
SE CROLLA INTORNO A TE (INNO DI EUROPA CIVILTÀ)
AMMAINA BANDIERA
APPARIZIONE
AI MIEI AMICI PERDUTI
UN AMORE DI FIABA E POESIA
AL FOLLE CAVALIERE
TERRA BRUCIATA
BALLATA PER IVAN JILIC
E CHI POTRA' SCORDARE?
COSACCHI BIANCHI
RACCONTACI ATAMAN
CORTE DI GIUSTIZIA
HIROSHIMA
BALLATA DEGLI ESCLUSI
BALLATA DI UN PIED NOIR
BARBAROSSA SUL KYFFHAUSER
CARO AMORE MIO
OCCHI AMATI
TESTAMENTO DI UN GUERIERO
VERSO IL DOMANI
GUERRIERO GHIBELLINO
PARTIRE PARTIRO'
RIBELLI DI VANDEA
LA TEMPESTA
CANTO DI PRAGA
BRIGANDE E ZAPPATERRA
IL BIANCO NORD
BALLATA STRAFOTTENTE
RICORDO DI UN SUICIDA
DULCINEA
SE VUOI AMORE TROVAR
EUROPA, NOI TI SIAM FEDELI
E' PARTITA UNA TRADOTTA
STELUTIS ALPINIS (II VERSIONE)
SUR NOS MONTAGNES
L'ELLERA VERDE
J'ABRUZZU
CON LA MORTE A PARO A PARO
VALORE ALPINO [TRENTATRE']
IL CANTO DEL PARACADUTISTA [COME FOLGORE DAL CIELO]
CAVALIERE DI LATTA
KRANIZKAKORA
UN CAMPO DI PIACERE
O BEL CAMPO-CAMPO
BALLATA PER NINO ROMANO CHE LASCIA LA "BARBARA LEGIO"
LES LANSQUENETS
LES CHACALS
LA VIN GAULOIS
O SARI-MARES
EN AVANT!
LES PARTISANS BLANCS
CANZONE DEGLI STUDENTI
ADELANTE!
ADDIO A TORINO
BARBARA LEGIO
LA SORTE DEI PRIGIONIERI
EVVAVA LA ZUPPA!
CAMPO NAZIONALE '71
AVENDO TROVATO DUE BIONDE
IL TUO RICORDO
L'ALBA VERRA'
FRATELLI DELL'EST
CANTO PER GIOBBE

Questo lavoro è dedicato alla memoria di Carmine Asunis.
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CANTANDO CON LA CROCE RICROCIATA

Per circa vent'anni la gioventù neofascista italiana ha vissuto, sul piano dell'espressività musicale, sull'eredità dei venticinque anni di fascismo storico. In pratica, di sterilità produttiva.
Un quarto di secolo di torcicollo canoro, senza una canzone nuova, senza alcun pensiero artistico sulle lotte del tempo vissuto. Nelle sezioni missine, e altrove, alla guida della hit-parade cantata resistevano imbattibili Faccetta nera, All'armi, Battaglioni M e consimili.
Risalgono solo alla metà degli anni Sessanta i primi tentativi di aggiornamento del repertorio canoro della cosiddetta "destra". Il Bagaglmo, prima, e Il Giardino dei Supplizi, dopo, finalmente riuscirono a imporre un genere di autarchia musicale scissa dal puro e semplice nostalgismo. Pur tuttavia, i testi di quelle importanti esperienze artistiche nascevano dall'osservazione della situazione politica, presente e passata, più che dall'esperienza personale di una militanza. Era comunque un autentico salto di qualità il fatto che, grazie a Leo Valeriano, si cantasse Budapest invece che Giarabub o Berlin piutto sto che La marcia delle legioni.
Furono, immediatamente dopo, il Movimento Integralista ed Europa Civiltà gli ambiti in cui si iniziò la produzione di testi che raccontavano l'avventura diretta della militanza. Vale a dire, testi in cui ci si raccontava più che raccontare.
Le due esperienze -Movimento Integralista ed E.C. - concretezza storica che, in quegli anni, coinvolgeva Europa Civiltà. Così, La Tempesta ( italianizzazione di Al Fatah) fu scritta e musicata in un momento drammatico, quando si pensava che il PCI avrebbe preso il potere e la repressione verso la destra (già molto dura in quegli anni) si sarebbe ancor più accentuata. Ci fu chi propose un esodo di massa, mentre il Movimento rispose con questa canzone: "La Tempesta mi ha detto: Rimani avrai freddo e compagni dispersi ,' la Tempesta mi ha detto: Domani / la tua terra avrà cieli diversi".
Ai miei amici perduti, invece, raccontava la biografia dei giovani proscritti del Centro torinese di Ordine Nuovo, cavalieri erranti in un mondo inaccettabile. Addio libertà e Libera nos a malo erano dedicate alla repressione giudiziaria in Italia contro E.C. e alla prigionia in Unione Sovietica di Gabriele Cocco.
Certo, non si raccontavano solo le vicende che ci riguardavano da vicino. Il riferimento al mito e alla storia era quanto mai suggestivo. Barbarossa sul Kyffhauser, Al folle cavaliere (dedicata a Don Chisciotte), Siddharta, La spada e la rosa riproponevano il mondo inafferrabile della metastoria. Ma
la storia stessa trovava il suo spazio con composizioni come Ribelli di Vandea, Cosacchi Bianchi, Io credo (dedicata a Jan Palach) o la Ballata di Ivan Jilic (un giovane ustascia fatto fucilare da Tito).
Oggi, guardando indietro, a quell'agitazione umana, politica e artistica, da cui ci separa un quarto di secolo, non è difficile scorgere in essa un eccesso di sentimentalismo, oltre che l'influenza di De André e Guccini. Forse perché eravamo moto più romanticamente giovani o perché gli Anni di Piombo non c'erano ancora. Forse perché la nostra autosoddisfacente "esclusione" dalla società civile" era un fatto più esistenziale che politico.
È vero: la repressione aveva costretto molti di noi all'esilio, al carcere, all'autodifesa. Ma ancora dovevamo vedere seppur in successione diretta sul piano cronologico- non erano comunque assimilabili, oltre che sul piano formativo, proprio sul piano artistico. L'Integralismo, basato com'era su una formazione "militarista" degli adepti, non poteva andare oltre lo schema della "marcia", per cui tutti i testi, adattati per la maggior parte su musiche militari tedesche, erano pervasi da uno spirito bellicista che oggi, sinceramente, può far sorridere.
L'Inno della Compagnia di Soccorso, L'Inno dei Motociclisti, Le Folgori Marine erano sì la descrizione "di dentro" dell'esperienza storica che si compiva, ma riciclati, com'erano, su Fanzerlied o sull'inno dell'Afrikakorps, non potevano che grondare retorica.
Ben diversa l'esperienza artistica di Europa Civiltà. Qui la creatività fu affidata alla più totale originalità. Per la prima volta nell'area della "destra" italiana nacquero racconti, canti,
poesie, musiche totalmente scisse da un inconcludente "virilismo" fine a se stesso. Dalla "marcia" si passò alla ballata che, in massima parte, rifletteva situazioni esistenziali o di lotta, ma vissute dal di dentro. Insomma, la poesia era testimonianza più che racconto storico. In molti casi, il testo era fermentato dalla particolare situazione che la comunità stava vivendo sulla propria pelle.
L'artista più completo poeta, musicista, pittore, scultore fu Carmine Asunis, deceduto qualche anno fa in Sardegna, ove da anni si era ritirato a vivere impostando tutta la sua vita sull'esperienza cristiana. A lui si affiancarono Mario Polia (oggi archeologo di fama mondiale), Massimo Forte, chi scrive queste note ed alcuni altri. Nel giro di pochi anni, l'esperienza di E.C. varò una sterminata produzione artistica (canzonieri, antologie, recitals) destinata, purtroppo, quasi sempre ad "uso interno". Ad Asunis prestò la sua voce anche Stefania Vicinelli che, allora, collaborava con Claudio Baglioni.
Come si diceva, molte di quelle canzoni nacquero dalla l'infinito sangue sul selciato dei nostri fratelli, come maledettamente accadrà poco dopo.
Ecco perché in quei canti c'era più malinconia che rabbia.

Pino Tosca
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POCHE MA CHIARE LINEE DIRETTRICI SULLA NOSTRA. CONDOTTA DI VITA E SULLE NOSTRE IDEE

1)- Le persone con le quali, specie in queste zone, veniamo a contatto -piene di concretezza, di profondità di sentimenti e dell'antico buon senso- giudicheranno il Movimento per quel che sono i suoi appartenenti e non per quel che essi dicono. Per questo, bisogna essere gentili, ma senza servilismo; seri, ma senza musoneria; cordiali, ma non "compagnoni".

2)- Il Movimento Europa Civiltà rappresenta un fatto nuovo basato più sulla concezione dell'uomo completo, "integrale", che non su quella della Società e dello Stato.
Tuttavia siamo per una Società basata sui valori effettivi degli individui -quindi gerarchica- incentrata su di uno Stato organico.
Non si creda perciò che siamo gli ultimi rappresentanti di una generazione che si spegne; siamo invece i primi di una Società che sorge.

3)- La disciplina, ma soprattutto rautodisciplinad, è l'anima che sostiene ogni gruppo o Corpo organizzato. Ogni collaborazione richiesta al Campo è per il bene di tutti; ogni ordine dato è per la formazione di ogni giovane partecipante o per il raggiungimento di una meta, dura che sia.
E' un piacere dirigere giovani "Integralisti". E' un piacere obbedire in una Società "Integralista", piccola che sia.

Le canzoni che seguono esprimono pienamente i nostri Ideali e si uniscono ad alcune tra le più significative dell'ardimento e della solennità della montagna.

E' importante tener presente che:

1)- Cantando si realizza in modo concreto un vero esempio di azione disinteressata, poiché chi canta non è spinto da motivi di utilità, praticità o convenienza.

2)- Il canto, ma il buon canto, è una espressione del giusto concetto della Libertà, poichè ciascuno, in armonia con gli altri, esprime liberamente se stesso, per quel che egli percepisce della Verità e della Bellezza.

(dall'introduzione al Canzoniere del Campo "Lago Vivo" di Europa Civiltà)